La donna che urla in metropolitana: «Ho 52 anni, datemi un lavoro»

di Pietro Piovani
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Mercoledì 26 Novembre 2014, 23:19 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 15:41
#Roma - Il #Lavoro che non c'è. Una 52enne urla la sua #Disperazione sulla #Metro A

@ChiaraPiselli






In un video postato su Facebook si vede una donna con i capelli lunghi e lo sguardo perso muoversi per i vagoni della Metro A. La donna urla: «Io ho fatto tutti i miei colloqui, quattro anni correndo come una forsennata, cercando un’anima sensibile che capisse i miei problemi e che mi trovasse un posticino. Ho dato la mia disponibilità per mansioni, per retribuzioni, per fasce orarie, per tutto. Fatemi fare quello che volete, datemi quello che volete, quando volete, ma fatemi lavorare perché io sono sola, non ho padre non ho madre non ho marito, non ho soldi, devo lavorare. Ho 52 anni ma me li porto bene, sono energica, non mi manca niente, provatemi». La trascrizione di queste parole non riesce a trasmettere il brivido angoscioso che si prova guardando il video, il monologo disperato della signora, il silenzio imbarazzato e impotente di chi le sta attorno.



Al di là della vicenda personale, di cui nulla sappiamo e su cui non possiamo esprimere giudizi, il pensiero che viene in mente è che viviamo in un’epoca in cui la forza lavoro è abbondante, anzi in esubero visto l’alto tasso di disoccupazione, e la disponibilità di manodopera è uno dei primi requisiti di un’economia florida. Se poi si considera che neppure gli altri fattori produttivi scarseggiano (le materie prime hanno costi contenuti, il capitale non manca anzi c’è un eccesso di risparmio), viene spontaneo domandarsi: ma allora perché c'è la crisi?



Osservando l’economia in termini così semplificati - o banalizzati, direbbe un economista professionista - l’interminabile stagnazione che sta guastando la vita di intere generazioni appare come un enorme fallimento organizzativo, il pasticcio di un’umanità che non riesce a coordinarsi, quando invece avrebbe tutte le possibilità di godere dei frutti di un incredibile progresso tecnologico. Messa così, questa crisi fa ancora più rabbia.



pietro.piovani@ilmessaggero.it