Cleo, il pappagallo che non dice più Laura

di Maria Lombardi
1 Minuto di Lettura
Venerdì 27 Novembre 2015, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 00:05
L'istriana divina

@polasein500
«Laura, Laura, Laura». Il pappagallo aveva imparato quel nome tanti anni prima, si chiamava così la sua vecchia "padrona", e lui continuava a ripeterlo. «Laura, Laura», non una qualsiasi. Cleo era il pappagallo della Antonelli, è morto qualche giorno fa, ottantacinquenne, cinque mesi dopo l'attrice. Per più di venti anni lei se ne era presa cura, portandoselo dietro nei vari cambi di vita e di casa. Poi quando ha cominciato a sentirsi fragile, si è separata dalla sua precedente esistenza, anche da Cleo. «Te lo affido, mi raccomando trattalo bene», e lo regalò all'elettricista di Ladispoli che era andato a ripararle il frigo.
Il titolare della ditta da metà anni Ottanta fino all'altro giorno ha tenuto il pappagallo con sé, come un dono da esibire. «Laura, Laura», faceva ripetere al pappagallo. «Me l'ha regalato la Antonelli». Una storia raccontata ancora tante volte nei giorni dell'addio alla diva abbandonata, morta a fine giugno, nella solitudine di una casa senza ricordi. Qualche giorno fa le guardie zoofile di Ladispoli hanno fatto un blitz nel campeggio dove il nuovo padrone di Cleo teneva animali da cortile per sospetti maltrattamenti.
Il pappagallo di Laura era morto da poco, lui lo conservava in freezer, come una reliquia. Alle guardie ha mostrato il certificato di morte, «per vecchiaia, vedete? L'ho sempre trattato benissimo, come avevo promesso a Laura».
maria.lombardi@ilmessaggero.it