Tram 19, faro del Municipio II: «Danni al Museo etrusco»

Delibera dell’ex circoscrizione sui rischi per i reperti provocati dalle vibrazioni

Tram 19, faro del Municipio II: «Danni al Museo etrusco»
di Fernando M. Magliaro e Giampiero Valenza
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Venerdì 1 Dicembre 2023, 00:50

Il tram 19 smuove i reperti del Museo nazionale etrusco. Ci sono le opere che sono state persino legate per evitare che caschino dalle teche. E il Consiglio del Municipio II alla fine si è trovato a dover approvare una delibera per il recupero dell’area e la “migliore fruizione” di Villa Giulia e di Villa Poniatowsky dove ha dovuto prendere atto delle vibrazioni al passaggio del mezzo.

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Dei ventidue votanti, diciotto hanno espresso il loro parere favorevole all’atto: tra loro, i consiglieri del Pd, della Civica Gualtieri sindaco, di Roma Futura, di Sinistra civica ecologista, di Calenda sindaco, del Movimento 5 Stelle, del Gruppo Misto.

Chissà come l’avrà presa la notizia una certa lobby tranviaria tanto cara alla sinistra capitolina, sostenuta dal complice silenzio degli ambientalisti.

«Danni al Museo etrusco»

Ebbene, nel documento si chiede di prevedere «un’adeguata manutenzione» in grado di «prevedere e mettere in sicurezza il complesso museale e le sue opere dalle vibrazioni, ad oggi troppo forti del tram». Il II Municipio già in passato aveva affrontato il problema dei rumori di un altro tram, il 2, con diversi residenti che avevano lamentato di non riuscire più a dormire per il forte stridìo. Valentino Nizzo, direttore del museo etrusco di Villa Giulia, proprio dalle colonne del Messaggero aveva lamentato il problema delle vibrazioni del 19. «Non so più in che lingua dirlo: il passaggio del tram sta lentamente danneggiando il sarcofago degli Sposi e altri reperti», aveva tuonato. Lui, che valorizza una delle collezioni d’arte etrusca più importanti del mondo, aveva chiesto interventi urgenti. 


IL PROBLEMA
Sotto accusa ci sono le rotaie del tram, 19 che da piazza Risorgimento (nel quartiere Prati) arriva fino a piazza dei Gerani, a Centocelle. Dopo piazza delle Belle Arti inizia il lungo tragitto che transita proprio davanti l’ingresso del museo etrusco, che è la rinascimentale Villa Giulia, residenza di “campagna” di Papa Giulio III realizzata nella metà del 1500 su disegno del Vignola e del Vasari. L’ingresso della Villa è lontano dai binari ma non l’ala Ovest: le rotaie sono a tre metri dalle mura del museo.

«Quando passa il tram qui sembra un terremoto. Le microfessurazioni nel sarcofago degli Sposi e in quello “dei Leoni” si allargano e si approfondiscono - aveva raccontato il direttore - Nelle teche che sono poste a ridosso del muro perimetrale, gli oggetti si spostano e cadono, sia al piano terra che sul ballatoio». Quest’ala del museo è un lungo corridoio che conduce il visitatore fra le opere d’arte contenute - dai vasi agli oggetti della quotidianità, dalle anfore ai porta profumi, dagli anelli alle “fibulae” - verso il sarcofago dei Leoni prima e, poi, il pezzo capolavoro, il sarcofago degli Sposi. Quelle opere, in special modo quelle di peso più modesto, che sono esposte nelle teche «si spostano ogni giorno - aveva aggiunto Nizzo - Peraltro, la disposizione dei pezzi è un ulteriore rischio perché, essendo “a piramide” può comportare la caduta di un oggetto sopra un altro».


LA RICHIESTA
Il direttore del Museo nazionale Etrusco aveva chiesto un aiuto del Campidoglio per evitare di «compromettere un patrimonio comune inestimabile». Una situazione tanto critica che «ciclicamente», sotto i due sarcofagi, Leoni e Sposi, gli addetti del museo sono costretti a togliere la polvere della terracotta che, con il passare del tempo, si frantuma. Le opere, infatti, erano in frammenti e quando passa il treno c’è uno sfregamento delle parti, l’una con l’altra. Tanti sono i danni del tram, che la direzione è stata costretta a partecipare a un bando di concorso della Regione «per realizzare, con Enea e Sapienza, una pedana antisismica da porre sotto il sarcofago degli Sposi». Un intervento che potrebbe bastare per il sarcofago degli Sposi ma non per le altre opere: al ballatoio del piano superiore sono esposte una serie di piccole figurine che gli addetti chiamano familiarmente “i guerrieri” visto che ritraggono spesso soggetti che paiono antichi soldati. «Queste sono un vero disastro: passa il tram e cadono in continuazione. Almeno sono di bronzo e quindi il rischio di danni non è azzerato ma è minore», aveva sottolineato Nizzo.
 

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