Sempre meno chilometri da percorrere, linee subaffidate, chilometri pagati anche se i mezzi non girano. E nonostante questo: in quattro anni, confrontando il periodo compreso fra gennaio e febbraio del 2019 e del 2023, i passeggeri alle fermate hanno visto saltare quasi una corsa su 10.
I NUMERI
Nel primo bimestre 2019, Atac avrebbe dovuto percorrere 16 milioni e 600 chilometri. Nel 2023, il Comune diminuisce la richiesta e scende a 15,8, facendo uno "sconto" all'azienda di più di 810mila chilometri.
Di chilometri, però, a gennaio e febbraio 2023, i mezzi Atac ne hanno effettivamente percorsi 15,2 milioni. Quindi, fatti i conti, in questo biennio si è "persa" quasi una corsa su 10 rispetto alle previsioni contenute nel contratto di servizio che regola i rapporti fra il Comune e Atac.
LE PROTESTE
Andiamo per ordine. Da una parte c'è la percezione degli utenti, quelli fermi in mezzo alla strada che tempestano i social di foto e video per tempi di attesa lunghi e i disservizi di ogni tipo: vetture sporche, piene fino all'inverosimile e in costante ritardo. Dall'altra ci sono poi i numeri ufficiali. Che dicono che chi si lamenta per le attese alla fermata del tram ha perfettamente ragione. Il sistema Atac, nonostante la cura che l'Amministrazione Gualtieri sta somministrando all'azienda e che l'ha portata fuori dal concordato preventivo, non riesce a migliorare.
I dati ufficiali dell'Azienda dicono questo: per il servizio di superficie, quindi quello effettuato con i bus ordinari (gasolio e ibridi o metano), quelli elettrici, con i filobus e con i tram, Atac avrebbe dovuto percorrere fra gennaio e febbraio 2023 poco più di 15 milioni e 800mila chilometri.
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I DATI
In realtà, però, i chilometri effettivamente percorsi al servizio dei passeggeri sono molti di meno. In quei 15 milioni e 700mila chilometri dichiarati da Atac, infatti, ce ne sono alcuni, e non sono pochi, che le vetture aziendali non hanno mai percorso: sono le "cause esogene" e pesano per 457mila chilometri in due mesi. Una voce che include, fra l'altro: scioperi, vetture non disponibili (non per colpa di Atac), lavori stradali, disposizioni delle autorità di pubblica sicurezza e così via. Da un punto di vista contabile, la norma consente di considerarli come se fossero stati effettivamente fatti. Però, le vetture effettivamente non li hanno mai percorsi: insomma, chi sta sotto al sole o alla pioggia quella vettura, che per Atac fa "plusvalenza" contabile, non è mai transitata.
Quindi, se dai libri contabili formalmente gli obiettivi aziendali sembrano quasi raggiunti, in realtà all'appello manca appunto una corsa su dieci. Una mancanza che, quindi, finisce per giustificare chi continua a lamentarsi del servizio offerto.