Anziani disabili legati, drogati e maltrattati nella Rsa di Santa Marinella: tre infermieri a processo

L’inchiesta era partita dalla denuncia di un familiare dei pazienti

Anziani disabili legati, drogati e maltrattati nella Rsa: tre infermieri a processo
di Stefano Pettinari
3 Minuti di Lettura
Sabato 19 Novembre 2022, 11:30

Roxana Pilar Rosa Carrion, Giorgio Coccia e Alessandro Pisu, sono i tre infermieri della Rsa Santa Marinella che andranno a processo. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Civitavecchia ha infatti deciso per il rinvio a giudizio dei tre sanitari della Residenza sanitaria assistita, accusati di maltrattamenti su alcuni ospiti della struttura. Il gup ha dunque accolto la richiesta della pubblico ministero Federica Materazzo, che ha coordinato l'intera indagine scattata nel 2018 da una denuncia di alcuni famigliari di un degente della Rsa.
L'inchiesta, denominata Granfather, aveva inizialmente portato all'iscrizione sul registro degli indagati ben 17 persone tra titolari e dipendenti. Di quelli sono poi rimasti solo i tre che finiranno a dibattimento. Per tutti gli altri la Procura aveva chiesto ed ottenuto l'archiviazione. I tre infermieri avevano infatti la posizione più grave, perché oltre all'accusa di maltrattamenti che riguardava tutti, erano accusati anche di sequestro di persona e falso ideologico in atto pubblico. In sintesi, secondo il castello accusatorio messo in piedi dalla pm, avrebbero legato a letto o tenuti immobilizzati alcuni dei degenti e non avrebbero riportato nelle cartelle cliniche di aver somministrato ai pazienti dei tranquillanti che non erano prescritti dal medico.

Pavia, violenza su anziani in casa di riposo, Nas chiudono rsa: arrestati titolare e alcuni operatori sanitari


I MALTRATTAMENTI
In un altro caso invece, uno dei degenti, disabile e impossibilitato a camminare e quindi costretto su una sedia a rotelle, è stato lasciato per ore e ore su un water in bagno.

Non solo, perché per esempio, dalle intercettazioni anche video, si vedeva che alcuni degenti erano costretti a mangiare ingoiando il cibo che veniva somministrato loro attraverso delle siringhe. In questo caso però, molte delle persone che erano state inizialmente iscritte sul registro degli indagati per questo motivo, ne sono poi uscite, perché, in sede di interrogatorio proprio di fronte alla pm Materazzo, riuscirono a dimostrare che quel tipo di alimentazione veniva effettuata perché quelle persone non erano in grado di mangiare normalmente e quindi era quello l'unico modo per nutrirle, altrimenti si sarebbero soffocate.

Foggia, anziani maltrattati e violentati in rsa, insulti ai pazienti: «Ti ammazzo storpia“


L'INCHIESTA
L'indagine era partita nel dicembre del 2018, quando i carabinieri piazzarono telecamere nascoste e microfoni registrando tutto quello che succedeva all'interno della struttura che ospita gli anziani. Da quelle intercettazioni sono poi stati formulati i capi d'imputazione per tutti e 17 gli indagati. Col prosieguo delle indagini però, la pm ha ritenuto che le prove erano sufficienti solo per i tre infermieri finiti poi a giudizio. Per gli altri, secondo la tesi della Procura della Repubblica, non c'erano situazioni penalmente rilevanti, dato che si trattava solo di conversazioni dove si lamentavano dei pazienti, magari anche con qualche parola poco elegante, ma in realtà non avrebbero realmente effettuato maltrattamenti nei confronti degli ospiti della residenza sanitaria assistita della città tirrenica. Del processo farà parte anche la proprietà della struttura, in quanto una delle vittime, attraverso il suo legale, l'avvocato Lorenzo Mereu, ha chiesto e ottenuto la citazione della responsabile civile. Prima udienza fissata per il 23 marzo dell'anno prossimo.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA