Roma, bidoni interrati: è flop. «Non li svuotano da mesi». I cassonetti sommersi a San Paolo pieni di topi

L’ira dei residenti di via di Villa di Lucina: «I miasmi arrivano fin dentro le nostre case»

Roma, bidoni interrati: è flop. «Non li svuotano da mesi». I cassonetti sommersi a San Paolo pieni di topi
di Raffaele Marra
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Martedì 11 Luglio 2023, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 08:22

Nella capitale è sempre più emergenza rifiuti. Interi quartieri sommersi di spazzatura da nord a sud, dalle periferie al Centro. Uno dei casi più eclatanti degli ultimi giorni è proprio quello di San Paolo assediato da cassonetti strabordanti e maleodoranti, con secchi stracolmi a bordo strada. Cittadini e comitati di quartiere sono sul piede di guerra soprattutto per le condizioni in cui versa via della Villa di Lucina, all’angolo Viale Giustiniano Imperatore, dove ci sono i cassonetti a scomparsa (sono stati inaugurati nel 2012 emulando Istanbul e altre grandi metropoli europee, ndr), proprio nella strada che unisce la Garbatella e San Paolo: «I cassonetti interrati, uno dei tanti esperimenti degli anni passati, sono stracolmi da tempo e non vengono mai svuotati - dice Angela Di Gregorio una residente molto arrabbiata - Sono 12 anni che siamo in queste condizioni. Il problema è che i rifiuti accumulati nel sottosuolo emanano un cattivissimo odore, soprattutto con questo caldo. Sono pieni di topi». 

Rifiuti Roma, dal Laurentino 38 al Prenestino scoppia la protesta: cassonetti dati alle fiamme e ribaltati lungo la strada

I DISAGI

Il caldo torrido di luglio e la mancanza di mezzi, sta rendendo la raccolta dei rifiuti ancora più problematica. «Proprio di fronte ci sono quattro cassonetti interrati, prima erano tutti coperti con del cellophane - dice Simone che ha il negozio in via della Villa di Lucina - adesso la gente li ha scoperti e ogni giorno continua a riempirli con la spazzatura, il problema è che non vengono mai svuotati: la spazzatura che c’è dentro ha almeno sei mesi, anche se in passato per un breve periodo so che hanno funzionato».

Sono piattaforme idrauliche interrate ciascuna delle quali ospita un cassonetto collocato sotto il livello stradale con un’apposita “bocca” in superficie, contrassegnata dall’elenco dei materiali conferibili: carta, cartone e cartoncino (colore bianco), contenitori in vetro (colore blu), materiali non riciclabili (colore verde/grigio). Nel quartiere di San Paolo le strade più “problematiche” sono via Leonardo Da Vinci e via Giustiniano Imperatore: «Sono anche le strade più lunghe - conclude Simone - e quindi anche le più sporche». 

LE CRITICITÀ

Oltre i flop dei cassonetti a scomparsa, nella capitale si moltiplicano i casi di proteste dei residenti, come a Torpignattara dove è scesa in campo anche l’Arpa che ha certificato l’emergenza rifiuti. Al Laurentino 38 dove i residenti, infuriati, hanno rovesciato i cassonetti in strada e poi li hanno incendiati. A Statuario dove l’immondizia ormai ha ricoperto marciapiedi e cassonetti, molti dei quali non vengono svuotati da giorni come in via Squillace, via Taurianova o via Pola. O in via Flavio Stilicone al Tuscolano, dove la puzza arriva fino al primo piano degli appartamenti e dove i marciapiedi sono impraticabili perché completamente pieni di spazzatura e i topi vanno tranquillamente a banchettare. Alla Garbatella, alla Balduina, Monteverde, Centocelle, le scene sono identiche. La periferia est, come le altre di Roma, è sommersa: soprattutto a La Rustica, a Tor Sapienza al Villagio Prenestino e a Castelverde e così via. «Siamo abbandonati, è un inferno, cumuli di spazzatura fuori e dentro i cassonetti, mai vista una cosa del genere - dice Nadia che abita in zona Tor Sapienza - È indecente. E l’Ama non si vede, a volte non li vediamo anche per diversi giorni».
 

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