La rabbia dei cittadini divampa insieme alle fiamme che vengono appiccate ai cassonetti per la strada o vengono rovesciati al centro della carreggiata ostruendo il transito ai veicoli. Un paio di giorni fa era toccato a Casetta Mattei. Lunedì sera è stata la volta del Laurentino 38. Ma roghi di rifiuti, in queste ultime settimane di totale caos nelle strade romane, si verificano qui e lì, un po’ ovunque: segnalazioni arrivano da Monteverde, dal Portuense, dal Prenestino. Di fatto, da quando Roma è nuovamente piombata nei cumuli di immondizia, la pazienza dei romani si sta rapidamente esaurendo: Pigneto, Acqua Bullicante e Prenestino; Tiburtino; Cassia e Flaminia la raccolta è in tilt più o meno ovunque da oltre quindici giorni. La situazione peggiore, al Laurentino 38 con due roghi in due giorni.
IL ROGO
«Io abito lì sopra, all’undicesimo piano», racconta Mitrita, che gestisce un bar in viale Filippo Tommaso Marinetti. «L’altra notte le fiamme sono arrivate a lambire i pini, rischiando di mandarli a fuoco. Poi, dopo un po’, sono arrivati i pompieri e sono riusciti a spegnere il fuoco. Ma qui, l’Ama la vediamo raramente. Nelle ultime due settimane sono passati una sola volta la mattina del giorno di San Pietro e Paolo. Prima e dopo, nulla. Però io per il bar pago 3mila euro l’anno per avere questo schifo».
Antonio e Maria escono dalla farmacia che sta alla fine di via Marinetti. «Qui siamo abbandonati.
«Quello dei cassonetti è solo uno degli aspetti del problema», argomenta Paolo, pensionato. «Le pare normale che queste che dovrebbero essere aree verdi siano ridotte così? Erbacce alte più di mezzo metro, rifiuti abbandonati sotto di esse. Fogne intasate. Io vorrei davvero sapere non solo il Sindaco ma tutti i signori dirigenti del comune, che poi sono sempre quelli anche quando cambiano i sindaci, che cosa fanno oltre che prendere lo stipendio».
Al Laurentino il panorama è desolante: le strade sono intitolate ai geni della letteratura - Melville, Kafka, Malaparte e così via - e siamo alle spalle di un centro commerciale di cui si vede uno degli ingressi dalla rotatoria di via Francesco Sapori. Ma qui è come se fosse l’ingresso di servizio: le aree verdi sono mezze secche e mezze con erbacce altissime. In mezzo spunta di tutto: bottiglie di birra più o meno sane, cartoni, mozziconi di sigarette, lattine.
Non a caso, prima dei roghi della notte scorsa, i residenti di via Ignazio Silone avevano spostato i cassonetti in mezzo alla strada creando problemi di traffico e obbligando quindi Ama a intervenire.
«Lunedì l’incendio e guarda caso stamattina Ama ha pulito. C’è rimasto solo il secchione bruciato, l’asfalto annerito. Tu guarda se non tocca davvero dargli fuoco per far intervenire quelli che proprio ora di chiedono di pagare la Tari», sbotta Antonietta, casalinga, che sta in attesa del 723 alla fermata di viale Marinetti/Rebora. Sulla carreggiata in direzione opposta, verso il centro, ci sono altri cassonetti che riportano danni di più antichi e precedenti roghi segno che non è la prima volta che il problem si affronta con le maniere spicce. Girando l’angolo, in via Ignazio Silone, c’è la direzione del Municipio IX: i cassonetti sono coperti di rifiuti. Non si salvano nemmeno le sedi istituzionali.