Roma, l'incubo dei condomini del Flaminio: «Può crollare tutto il palazzo»

Roma, l'incubo dei condomini del Flaminio: «Può crollare tutto il palazzo»
di Alessia Marani
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Lunedì 25 Gennaio 2016, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 13:07


Paola, Marco, Andrea, Alessandro, Haagea, il marito, la signora del quarto piano che quella notte si è salvata perché era a Ravenna, il dentista del primo che cerca informazioni dai vigili del fuoco. Ora hanno tutti il terrore che venga giù pure quel che resta del palazzo, che il solaio del quarto piano che da solo miracolosamente sta reggendo il peso delle macerie sovrastante collassi. «L'immobile è sequestrato e finché il magistrato non rimuoverà i sigilli è impossibile intervenire», sentenzia Vincenzo Marcialis, l'amministratore del condominio del Flaminio in parte crollato venerdì notte. Ma poi dà una speranza: «Abbiamo affidato il caso a uno studio associato di legali che da domani (oggi, ndr) farà pressing perché anche la Procura nomini subito un suo consulente, noi abbiamo già indicato un perito. Una volta istituita la commissione potrà esserci il dissequestro, forse in un paio di giorni. Così si potrà partire con la rimozione delle macerie».

LUNGOTEVERE CHIUSO
Le ditte hanno parlato di una quindicina di giorni di lavoro. Tempi lunghi, quindi, anche per la riapertura del tratto di lungotevere off-limits per motivi di sicurezza. Oggi, intanto, riprenderanno le indagini dei vigili urbani che sentiranno altri condomini. «Ulteriori crolli? Un crollo per sua natura non è controllabile. C'è un equilibrio instabile, con la pioggia o una lieve scossa di terremoto, il rischio è concreto», non si stanca di ripetere l'ingegnere Andrea Ciacchella, 60 anni, del secondo piano. Un anno fa ha perso la moglie, ora rischia di perdere la casa. «Sono entrato con i pompieri per riprendere delle cose, il mio appartamento è perfetto. Ma non si perda tempo. La burocrazia non trasformi un cantiere gestibile in un'impresa titanica». Gli sfollati si stanno arrangiando presso amici e parenti. L'inquilina del quarto piano guarda con le lacrime agli occhi la sua casa. Sopra il vuoto del quinto, sesto e settimo piano sbriciolati: «Non ci rimetto piede là dentro, ho paura». E paura adesso ce l'ha anche chi abita nel palazzo gemello a quello crollato, sul lato opposto di piazza Gentile da Fabriano. Ci sarà un'assemblea in cui l'amministratore chiederà una perizia tecnica su tutte le strutture condonate agli ultimi piani per essere sicuri che non ci siano carichi di cemento aggiuntivi.
 

STABILE GEMELLO
«Ho già tolto quasi tutti i vasi di terracotta e ora li sostituirò tutti con la plastica», dice Dominique Sicouri, interprete francese (il papà manager della Italimpianti era il “megadirettore galattico” che ispirò Fantozzi). La donna vive al sesto piano con terrazza di 80 mq gemella a quella finita sotto accusa nel crollo per la giungla di piante e vasi pesanti. «Da quella notte non dormo, penso a quei poveretti». Al quinto piano gemello a quello “incriminato” per lavori sospetti Aurora Risso, mostra la piantina catastale: «Anch'io chiamai un tecnico per delle infiltrazioni dal sesto piano». E l'architetto Eugenia Gallina del terzo è sicura: «Deve essere successo qualcosa al muro esterno, forse nel tondo, perché tutti i perimetrali sono portanti e qualcuno potrebbe averlo sottovalutato». Incalza Vieri Quilici, ex commissione edilizia del Comune: «Tutti i palazzi dovrebbero avere il fascicolo di fabbricato ma le ispezioni interne dovrebbero essere obbligatorie per legge, altrimenti bussare porta a porta e farsi aprire è impossibile».