Crollo al Flaminio, spunta il giallo dei lavori fantasma al quinto piano

Crollo al Flaminio, spunta il giallo dei lavori fantasma al quinto piano
di Alessia Marani
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Domenica 24 Gennaio 2016, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 14:47

Spuntano dei lavori fantasma al quinto piano del palazzo di lungotevere Flaminio 70 in parte crollato venerdì notte. Una ristrutturazione in corso all'interno 14 di cui nessuno era formalmente a conoscenza: nè una comunicazione al condominio, nè una dichiarazione di inizio attività in Municipio, nessun tecnico specializzato o direttore dei lavori come dovrebbe essere per operare in sicurezza. È quanto emerso finora dalle indagini del II Gruppo della Polizia locale che stanno cercando il proprietario - residente fuori Roma e fresco di acquisto - per convocarlo e capire che tipo di interventi stesse facendo. Anche se qualche inquilino parla di «lavori minori». Se, infatti, nella casa all'interno 13, di proprietà del geologo Giuseppe Rigo de Righi, finita subito sotto accusa, una Cila, la Comunicazione di inizio lavori, era stata presentata a dicembre con via libera del Municipio il 14 gennaio e inizio il 16, dell'abitazione vicina nulla di nulla. Rigo de Righi, che ha acquistato la casa a metà dicembre, ha ribadito che «i lavori erano iniziati solo da un paio di giorni» e che «la causa del crollo va trovata altrove, anch'io sono parte lesa».

LE FOTO
Domani, comunque, il direttore dei lavori della ditta incaricata della ristrutturazione sarà ascoltato dagli agenti del comandante Maurizio Sozzi. Una chiave per la verità la forniranno le foto scattate dai Vigili del fuoco nel sopralluogo al quinto piano due ore prima del crollo e ora in Procura. Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e dal pm Antonella Nespola, sono convinti che l'origine del cedimento (uno “scivolamento”) sia da ricercarsi tra il VI (penultimo) e il V piano: è qui che qualcosa si è smosso. Vuoi per la presenza di pesanti vasi sulla terrazza del VI di proprietà dell'architetto specializzato in parchi Lidia Soprani, vuoi per il possibile abbattimento di tramezzi “collaboranti” con le mura portanti. Manovra che avrebbe fatto mancare il giusto bilanciamento dei solai fissati su mattoni e cemento di prima generazione (l'edificio è stato realizzato tra il '28 e il '39) provocando, di fatto, lo scivolamento degli ultimi tre piani in avanti. Gli inquirenti, dopo avere acquisito in Municipio il fascicolo inerente lavori passati e più recenti, stanno verificando se gli ultimi due piani siano stati aggiunti. I condomini però sono sicuri: «Ci sono sempre stati - dice Andrea Ciacchella, ingegnere civile, del secondo piano - e sono 7 anche i piani del palazzo gemello dall'altro lato della piazza. Nessun abuso». Tra gli inquilini risulterebbe anche l'attrice Jo Champa, che comunque vive da tempo negli States. La Procura, procede per disastro colposo, nominerà un consulente per stabilire la dinamica del crollo.
 

 LE DENUNCE
Per il “giardino botanico” al sesto piano erano fioccate denunce all'architetto. Anche i pompieri la diffidarono a rimuoverlo. «Era il 2013 - conferma Vincenzo Marcialis, l'amministratore - e la signora mi assicurò che lo avrebbe tolto». Finora i vigili hanno ascoltato l'amministratore e quattro inquilini, nei prossimi giorni ascolteranno anche Rigo de Righi, Soprani e il proprietario di un altro appartamento, al terzo piano, in cui sono in corso lavori per realizzare un bed and breakfast. Lavori «autorizzati», anch'essi, finiti nell'immediato a verbale nel resoconto di carabinieri e vigili del fuoco. L'immobile è sotto sequestro.

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