Ragazza morta sul lago di Bracciano, svolta dai nuovi periti: bisogna riesumare il corpo

Federica Mangiapelo
di Nino Cirillo e Adelaide Pierucci
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Sabato 26 Aprile 2014, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 14:37
Rosella e Luigi, coraggio. Coraggio perch si ricomincia daccapo, perch la verit sulla morte della vostra Federica tornata lontana, perch ammesso e non concesso che se ne riesca a sapere qualcosa di più, a quel punto saranno passati quasi due anni. Ma coraggio soprattutto perché - i nuovi periti lo hanno espressamente ventilato al giudice per le indagini preliminari di Civitavecchia, Giovanni Giorgianni - potrebbe essere necessaria anche la riesumazione del cadavere.





L’inchiesta sulla morte di Federica Mangiapelo -16 anni, bellissima e con un sacco di progetti per il futuro- si è rivelata un altro calvario per i suoi poveri genitori già schiantati dalla perdita. Loro continuano a puntare il dito, ormai stremati, sull’unico indagato per omicidio volontario, su Marco Di Muro, 23 anni, cameriere di Formello, fidanzato di Federica. Marco geloso, Marco che litigava sempre, Marco che la lasciò sola una notte di freddo e di pioggia, la notte di Halloween del 2012: la trovarono morta all’alba, a faccia in giù nell’acqua del lago di Bracciano, con il busto quasi completamente scoperto, a cinque chilometri da casa, dal centro di Anguillara.





MIOCARDITE E «CONCAUSE»

Si ricomincia daccapo perché i tre periti nominati a gennaio , nonostante fossero stati esplicitamente invitati a una «relazione collegiale», si sono presentati due mesi dopo con conclusioni clamorosamente divergenti, e ognuno con la sua relazione. Due di loro, il cardiologo e il medico legale, con la certezza che a procurare la morte di Federica sia stata solo una forma di miocardite -un’infezione del cuore, la stessa che stroncò il calciatore Morosini- e il terzo, lo pneumologo, che invece indica nell’annegamento la causa della morte e nella miocardite solo una concausa. E mette nero su bianco che la ferita dietro al collo di Federica le è stata procurata da viva. È annegata dopo una lite?





Il giudice Giorgianni, che già non si era rassegnato all’archiviazione, non ha alzato bandiera bianca neanche stavolta. Ha nominato un nuovo collegio: ancora un medico legale, uno pneumologo e un cardiologo, tutti del Policlinico Gemelli di Roma, e ha dato loro tempo tre mesi. Ha formalizzato la proroga delle indagini -altrimenti il termine sarebbe scaduto a giugno- e fissato al 18 settembre l’udienza per la discussione della perizia. Ecco perché saranno passati quasi due anni.





Ma periti o meno, riesumazione o no, l’unico che potrebbe raccontare come andò quella notte resta lui, Marco Di Muro, che tutti questi mesi hanno trasformato in una specie di fantasma. Uno che non ha dato un’intervista, che non ha fatto una dichiarazione -barriere altissime hanno alzato i suoi avvocati, Cesare Gai e Massimiliano Sciortino- e soprattutto che non ha mai sentito il bisogno di incontrare i genitori di Federica, di spiegarsi almeno con loro.





UNA MONTAGNA DI BUGIE

Ha parlato per lui solo la montagna di bugie lasciate sul campo. Ha sempre sostenuto, ad esempio, di non esserci mai arrivato quella notte sul lago, di aver avuto sì una discussione con Federica, ma di averla poi lasciata in paese. E invece nei suoi vestiti venne rintracciata la «presenza di diatomee del tipo di quelle del lago di Bracciano».





Parla per lui anche lo strano bigliettino lasciato la mattina dopo alla madre, Marco che le scrive, sempre a proposito dei vestiti: «A mano o in lavatrice, anche se piove. Basta che li lavi». Perché tutta quella fretta?E poi sempre lui, Marco Di Muro, che ha ripetuto fino alla noia di essere rientrato a casa alle due di quella notte, salvo essere smentito dalla telecamera di un distributore di benzina: alle 2.34 era ancora in giro.
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