Carlo Costantini: «Questa è un'annata terribile ma i roghi non sono un caso»

Carlo Costantini: «Questa è un'annata terribile ma i roghi non sono un caso»
di Michela Allegri
3 Minuti di Lettura
Domenica 23 Luglio 2017, 10:40
«È ancora troppo presto per dire se la scia d'incendi che nelle ultime settimane sta devastando la vegetazione che circonda la Capitale nasconda una regia precisa, ma un primo dato c'è: dietro troppi roghi c'è una mano umana e gli inquirenti stanno indagando proprio per stabilire se tra le decine di episodi ci siano connessioni». Per il colonnello Carlo Costantini, comandante del Gruppo Carabinieri Forestali di Roma, che coordina molte delle indagini, le problematiche vanno ricercate anche altrove: «Troppo spesso c'è un mancato rispetto delle norme e di certo la situazione climatica non aiuta».

Colonnello, pensa che dietro a tutti questi roghi che stanno devastando il Lazio ci possa essere una regia precisa?
«Per la questione incendi, questa è un'annata terribile e bisogna dire che la situazione climatica di certo non aiuta. Ma non è l'unico fattore. Ci sono stati casi di incendi dolosi che si sono susseguiti in pochi giorni, e dietro i quali potrebbe esserci la stessa mano. Stiamo indagando per appurarlo».

Possiamo dire che Roma è sotto scacco delle fiamme?
«Penso proprio di sì, abbiamo capito già dalla fine di maggio che sarebbe stata un'annata molto impegnativa. Anche se per fare un bilancio definitivo bisognerà aspettare la fine della stagione. Rispetto agli anni passati è aumentato il numero degli incendi e questo dipende da vari fattori».

Cioè?
«Sicuramente c'è il problema dei roghi dolosi, ma c'è anche da considerare che ci troviamo in una situazione di eccezionalità delle condizioni climatiche. C'è anche un problema serio di mancato rispetto delle norme. Le ordinanze sindacali antincendi esistono, ma troppo spesso non vengono rispettate. Le misure di prevenzione imposte, ripulitura della vegetazione, delle strade, delle proprietà private, spesso non vengono correttamente applicate. Ci vorrebbe più consapevolezza, spesso basterebbe evitare le cicche delle sigarette in terra. Nelle situazioni di emergenza c'è sempre una variabile legata alle persone, ai comportamenti più o meno virtuosi».

Non le sembra strano che ieri tre incendi di grandi dimensioni siano divampati quasi nello stesso momento in aree distanti della Capitale, bloccando la circolazione stradale e ferroviaria?
«Oggi è troppo presto per dire se si tratti di una strategia e di fenomeni dolosi, oppure di una casualità. Di sicuro andranno fatti accertamenti».

Qual è la zona del Lazio maggiormente colpita?
«La situazione è drammatica soprattutto nella zona di Ostia, in particolare a Castel Fusano, dove si contano almeno una ventina di roghi dolosi negli ultimi mesi, considerando anche quelli di piccole dimensioni. L'incendio che ha distrutto ettari di pineta la scorsa settimana è stato devastante. Per ora abbiamo arrestato due persone, abbiamo trovato una serie di inneschi: ora sappiamo con precisione cosa cercare. Stiamo indagando per ricostruire la regia nascosta dietro i roghi, e soprattutto le strategie d'azione. Siamo sulla strada giusta, visto che dopo il secondo arresto i fenomeni sono diminuiti, anche se non si sono estinti. La sera del 20, per esempio, ci sono stati tre incendi in rapida successione, anche se sono stati di dimensioni ridotte. Sospettiamo una matrice dolosa».

Nel caso degli incendi dolosi, quale può essere il movente? Forse dei tentativi di speculazione successiva?
«Non è escluso, anche se in realtà molte delle aree dove divampano gli incendi sono protette o comunque legate a vincoli che renderebbero impossibile un riutilizzo per speculazioni. Il problema a volte è che non tutti ne sono a conoscenza. Dietro molti roghi dolosi però ci sono persone disturbate. E questo rende concreto il problema dell'emulazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA