I giudici della I sezione penale della suprema corte hanno condannato quindi Broccolo a 21 anni di reclusione. La riduzione della pena è stata giustificata con un diverso bilanciamento tra le attenuanti generiche già concesse e la recidiva specifica contestata.
Era il 3 maggio 2013 quando Alessandra Iacullo fu trovata immersa nel sangue, per strada, a fianco del suo scooter. La donna morì poco dopo il trasporto in ospedale: aveva ferite al collo e alle braccia. Gli inquirenti inizialmente pensarono ad un incidente, poi si scoprì che quelle ferite erano da accoltellamento.
Qualche giorno dopo fu fermato Broccolo.
Per l'accusa, l'omicidio sarebbe avvenuto dopo una violenta lite scatenata con ogni probabilità a causa della gelosia dell'uomo, che aveva anche precedenti penali: in passato era stato condannato per un omicidio risalente al 1990 e anche per un altro delitto colposo. La ragazza aveva avuto una relazione con Broccolo, che però si era conclusa; un finale che l'uomo non aveva mai accettato. Dalle indagini emerse che tra i due, poco prima del delitto, c'era stata una discussione animata, dopo la quale Broccolo aveva raggiunto la donna in via della riserva del Pantano, accoltellandola a morte recidendole.
© RIPRODUZIONE RISERVATA