Roma, muore in moto a 17 anni sulla Colombo, Il padre: «Si è schiantato sotto i miei occhi»

Roma, muore in moto a 17 anni sulla Colombo, Il padre: «Si è schiantato sotto i miei occhi»
di Alessia Marani
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Martedì 27 Dicembre 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 08:24

«Ero dietro di lui, all'improvviso la motocicletta ha sbandato, Luca è andato fuori strada. L'ho visto finire contro quell'albero, morire sotto i miei occhi, non ho potuto fare niente per lui, sono distrutto». La voce del papà di Luca Miozzi è strozzata dal pianto che l'uomo trattiene dignitosamente quando parla con i vigili urbani e i primi soccorritori del 118 che sono arrivati sul posto nell'intento di aiutare suo figlio. Luca, 18 anni ancora da compiere, non ce l'ha fatta.

«AVEVA PRESTATO LO SCOOTER»
Quella moto Aprilia Derby 125 che era così orgoglioso di guidare perché era del papà, l'ha tradito su quella fettuccia d'asfalto maledetta, la via Cristoforo Colombo la strada più pericolosa della Capitale stando agli ultimi dati dell'Aci, eppure ancora priva di una manutenzione adeguata. Una gita al mare, una passeggiata con il papà per provare quelle due ruote, approfittando della bella giornata di sole e di festa, del papà bancario che non era andato a lavorare, della scuola chiusa. Un attimo maledetto. Luca non andava fortissimo. Guidava tenendo bene la destra, con il papà dietro al volante della sua auto che lo seguiva. Sembrava la giornata perfetta, ma si è trasformata nell'incubo peggiore. Il destino si è accanito contro di lui: Luca aveva prestato il suo vecchio scooter 125 a un amico che lo aveva distrutto in un incidente, pur rimanendo illeso, e nell'ultimo periodo era rimasto a piedi. Così il papà gli aveva dato la sua moto, la stavano provando.

I SOGNI
Luca frequentava il liceo scientifico Peano al Laurentino, abitava a Grotta Perfetta. Nel suo cassetto tanti sogni, il debole per le due ruote e la passione per la kick boxing e la sua variante cinese, il sanda, disciplina nata per l'autodifesa, che praticava alla palestra Poggio Ameno della Montagnola. «Grande amico, grande atleta, mi mancherà moltissimo», scrive Matteo su facebook. Gianni Ferrari, il suo maestro di arti marziali ricorda il suo esordio sul ring: «Era aprile scorso, il primo incontro di sanda non era andato benissimo. Poi ci siamo parlati faccia a faccia e dopo sei riuscito a vincere in grande stile ricevendo i complimenti dell'arbitro». Luca si impegnava a fondo negli allenamenti perché poi avrebbe voluto dedicarsi al Mma, ovvero alle arti marziali miste. «Era un ragazzo timido e ben educato, il classico ragazzo di buona famiglia - ricorda il maestro Ferrari - Aveva la passione per gli sport da combattimento e a differenza di molti giovani di oggi conduceva una vita regolare, senza alcun tipo di stravizio. È una perdita enorme». Sulla Colombo, da Roma, arrivano alcuni amici e parenti. La mamma si è accovacciata vicino al lenzuolo verde che copre il ragazzo sull'asfalto, stringe la mano del figlio, non vuole separarsi da lui. Che cosa ha provocato l'incidente? Possibile che Luca abbia perso il controllo così all'improvviso? La moto era stata immatricolata a ottobre, possibile un guasto? All'inizio si era temuto che qualche pazzo - come denunciato più volte nelle ultime settimane - potesse avere messo dei sassi in mezzo alla strada, ipotesi poi scartata. Chi è habituè di quella strada, però, giura: «Su quel tratto ci sono radici dei pini che affiorano e un avvallamento pericoloso per le moto».