Buste trasparenti, stop al concorsone a Roma

La folla in attesa di partecipare al concorso al Palalottomatica
di Mauro Evangelisti e Fabio Rossi
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Sabato 16 Novembre 2013, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 13:29
ROMA - Le buste erano troppo trasparenti, le commissioni potevano vedere i nomi di chi ha partecipato al maxi concorso per 1.995 posti al Comune di Roma. Il sindaco Ignazio Marino blocca tutto, luned probabilmente decider l’annullamento e chieder l’intervento della magistratura. Per i 300 mila concorrenti del concorso iniziato nel 2010, con l’amministrazione Alemanno, si tratta di un vero terremoto che farà infuriare soprattutto coloro che avevano superato la prova scritta nella bufera, svoltasi, in più tranche, alla fine del 2012.



Un disagio. Ieri però Marino ha spiegato che è un disagio che Roma deve affrontare per ripristinare la legalità: «Abbiamo disposto delle verifiche a campione di tutte le procedure concorsuali e da questa nostra valutazione a campione è emerso un dato preoccupate: abbiamo fondati motivi di credere che le metodologie utilizzate non erano in grado di garantire l’anonimato delle prove scritte. Abbiamo dato il mandato all’Avvocatura e alla direttrice delle risorse umane di approfondire nelle prossime 48 ore». E chi ha superato la prova scritta per merito? «Mi addolora vedere quanti aspetti devono essere corretti per riportare Roma nei binari della legalità ma continueremo a farlo. Potrebbero anche esserci dei disagi, ma se tutti insieme voltiamo pagina e garantiamo la legalità, sarà un bene per tutti. I giovani hanno perso fiducia nel futuro, molti se ne vanno all’estero perché pensano che a Roma e in Italia vai avanti solo se sei figlio di qualcuno o hai amicizie». Ma cosa è successo? Ieri il vicesindaco Luigi Nieri, che è anche assessore al personale, scuoteva la testa: «Dai controlli a campione sono emerse cose incredibili, le buste erano trasparenti, in controluce la commissione poteva vedere i nomi, altro che anonimato».



Le tappe. Il primo segnale era stato dato da un’inchiesta della magistratura su un altro concorso, quello per i vigili urbani. Poi, però, quando Marino diventa sindaco arrivano decine di mail e messaggi sui social network anche sul maxi concorso con cui il Comune di Roma cercava figure professionali di ogni tipo, da esperti della comunicazione a dietisti. Dicono le denunce: la prova scritta è stata truccata, in molti sapevano di avere passato il turno anche prima della conclusione. Scattano le verifiche a campione e arrivano le brutte sorprese. Lunedì, dopo un ulteriore approfondimento, potrebbe essere deciso l’annullamento. Quando esce il maxi concorso si presentano in 300 mila. Tutto è gestito da una società privata, la Praxi di Torino, C’è una preselezione al Palalottomatica, i candidati diventano 30 mila. I problemi emergono a dicembre 2012 quando in diverse sedi - anche alla Nuova Fiera di Roma - si svolgono le prove scritte. Il testo deve essere messo in una busta con un codice a barre che garantisce l’anonimato e all’interno va anche una busta più piccola, con il nome e cognome del candidato.



Nieri e Cavallari. «Ecco - dice Nieri - il problema è proprio questo: quella busta era trasparente». Ma Enrico Cavallari, l’assessore al personale nella giunta Alemanno che aveva messo in piedi il maxi concorso, contrattacca: «Mi auguro che questa non sia unicamente una polemica strumentale per annullare il primo concorso della storia del Comune di Roma non integralmente gestito dalla sinistra». Intanto è già partita la rivolta di chi ha superato le prime prove dei concorsi: lunedì protesta in Campidoglio.
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