Un disagio. Ieri però Marino ha spiegato che è un disagio che Roma deve affrontare per ripristinare la legalità: «Abbiamo disposto delle verifiche a campione di tutte le procedure concorsuali e da questa nostra valutazione a campione è emerso un dato preoccupate: abbiamo fondati motivi di credere che le metodologie utilizzate non erano in grado di garantire l’anonimato delle prove scritte. Abbiamo dato il mandato all’Avvocatura e alla direttrice delle risorse umane di approfondire nelle prossime 48 ore». E chi ha superato la prova scritta per merito? «Mi addolora vedere quanti aspetti devono essere corretti per riportare Roma nei binari della legalità ma continueremo a farlo. Potrebbero anche esserci dei disagi, ma se tutti insieme voltiamo pagina e garantiamo la legalità, sarà un bene per tutti. I giovani hanno perso fiducia nel futuro, molti se ne vanno all’estero perché pensano che a Roma e in Italia vai avanti solo se sei figlio di qualcuno o hai amicizie». Ma cosa è successo? Ieri il vicesindaco Luigi Nieri, che è anche assessore al personale, scuoteva la testa: «Dai controlli a campione sono emerse cose incredibili, le buste erano trasparenti, in controluce la commissione poteva vedere i nomi, altro che anonimato».
Le tappe. Il primo segnale era stato dato da un’inchiesta della magistratura su un altro concorso, quello per i vigili urbani. Poi, però, quando Marino diventa sindaco arrivano decine di mail e messaggi sui social network anche sul maxi concorso con cui il Comune di Roma cercava figure professionali di ogni tipo, da esperti della comunicazione a dietisti. Dicono le denunce: la prova scritta è stata truccata, in molti sapevano di avere passato il turno anche prima della conclusione. Scattano le verifiche a campione e arrivano le brutte sorprese. Lunedì, dopo un ulteriore approfondimento, potrebbe essere deciso l’annullamento. Quando esce il maxi concorso si presentano in 300 mila. Tutto è gestito da una società privata, la Praxi di Torino, C’è una preselezione al Palalottomatica, i candidati diventano 30 mila. I problemi emergono a dicembre 2012 quando in diverse sedi - anche alla Nuova Fiera di Roma - si svolgono le prove scritte. Il testo deve essere messo in una busta con un codice a barre che garantisce l’anonimato e all’interno va anche una busta più piccola, con il nome e cognome del candidato.
Nieri e Cavallari. «Ecco - dice Nieri - il problema è proprio questo: quella busta era trasparente». Ma Enrico Cavallari, l’assessore al personale nella giunta Alemanno che aveva messo in piedi il maxi concorso, contrattacca: «Mi auguro che questa non sia unicamente una polemica strumentale per annullare il primo concorso della storia del Comune di Roma non integralmente gestito dalla sinistra». Intanto è già partita la rivolta di chi ha superato le prime prove dei concorsi: lunedì protesta in Campidoglio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA