L'allarme dei sindacati: «Troppi pazienti e medici in ferie», a luglio pronto soccorso al collasso

L'allarme dei sindacati: «Troppi pazienti e medici in ferie», a luglio pronto soccorso al collasso
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 22 Luglio 2014, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 13:46
Gli accessi aumentano del 15%, i medici vanno in ferie e nei pronto soccorso della Capitale lievitano i tempi di attesa. Dal Sant’Andrea al Policlinico Umberto I, i pazienti aspettano fino a 9 ore prima di essere curati. E dallo Spes, il sindacato dell’Emergenza sanitaria, lanciano l'allarme ricoveri: «Molti reparti dal 1 luglio hanno diminuito i posti letto a causa degli organici ridotti per le ferie estive. Ora si rischia un sovraffollamento anche nella gestione delle degenze».



ODISSEA

«Sono arrivato al pronto soccorso alle 13 e sono uscito dopo le 22, dopo avere passato 9 ore nella sala d’aspetto dell’ospedale», racconta Emilio Sturla nel reparto di emergenza del Sant’Andrea. ma il suo non è un caso isolato. Setto, otto, nove ore sono tempi d’attesa che negli ultimi giorni si sono registrati in molti ospedali della Capitale, a partire dal policlinico Umberto I, il secondo ospedale d’Italia per numero di posti letto. Il motivo? «A luglio, anche a causa delle alte temperature - spiega Massimo Magnanti, segretario della Spes - il numero di accessi nei Dea è aumentato del 15%.



Nel frattempo però molti medici stanno iniziando ad andare in ferie, ecco perché si crea l’imbuto». Secondo l’organizzazione dei medici d’emergenza c’è un altro problema che rischia di mandare in tilt anche i ricoveri: «Dal 1 luglio alcuni reparti si trovano con meno posti letto a disposizione. Anche il numero di degenze quindi si va ridimensionando, proprio nel momento in cui l’utenza aumenta significativamente». Secondo lo Spes in questi giorni, tra i 19 reparti di pronto soccorso negli ospedali pubblici di Roma, i disagi principali si stanno registrando al San Camillo, al Policlinico Tor Vergata e al Sant’Eugenio. E ovviamente all’Umberto I.



EFFETTO CALDO

Con la stagione estiva stanno aumentando anche i codici rossi. Al Policlinico i codici gialli e rossi curati negli ultimi giorni hanno raggiungo il 12% del totale degli accessi. A luglio nei cinque pronto soccorso dell’ospedale di viale Regina Margherita si è arrivati a punte di 450 visite giornaliere, vale a dire oltre l’11 per cento in più rispetto al resto dell’anno. Da qui si spiegano le maxi-attese dei pazienti. «È ovvio - dice Domenico Alessio, direttore generale dell'Umberto I - che in questa situazione ci siano persone che arrivino ad aspettare anche otto ore. Ma le responsabilità non sono solo nostre: noi non possiamo dire di no a chi accede in pronto soccorso, sia se presenta una disfunzione grave sia se arriva con una patologia che potrebbe essere curata sul territorio, attraverso i centri di primo soccorso o i medici generali».



Secondo il numero uno dell’Umberto I «i codici verdi e bianchi dovrebbero cercare risposte nelle strutture territoriali. Perché i medici devono concentrarsi sulle malattie gravi. Invece molti cittadini - anche per l’assenza di valide alternative in tante zone della città - continuano a presentarsi in ospedale. E in questo modo il sistema risulta ingolfato e prima di arrivare a una visita possono passare delle ore».



CARENZA DI PERSONALE

Situazione ancora più critica in estate, quando i medici vanno in vacanza e la carenza di personale si fa sentire ancora di più. «Dobbiamo conciliare le opposte esigenze - dice Alessio - quelle dei malati e quelle dell’ospedale. Ma una cosa è certa: tutti alla fine vengono curati, anche se in certi casi bisogna avere pazienza e mettersi in coda».
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