«Vincolo su Via Nazionale». La Soprintendenza di Stato cancella l’ipotesi del tram

Le Belle Arti avviano l’iter per mettere la tutela per interesse culturale. Entro 90 giorni la decisione finale ma intanto non si può toccare nulla

«Vincolo su Via Nazionale». La Soprintendenza di Stato cancella l’ipotesi del tram
di Fernando M. Magliaro
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Domenica 21 Gennaio 2024, 00:11

Su via Nazionale irrompe la Soprintendenza di Stato: la strada va vincolata integralmente, da piazza della Repubblica fino a largo Magnanapoli. La decisione arriva dopo mesi di polemiche legate al progetto del Campidoglio di voler realizzare una nuova linea tranviaria, la Termini-Vaticano-Aurelio più nota come Tva, nonostante un parere della Soprintendenza pesantemente condizionato da una dozzina di pagine di prescrizioni.

IL VINCOLO

Lo scorso 19 dicembre, la Soprintendenza fa partire un avviso diretto a Palazzo Senatorio, al Gabinetto del Sindaco: «procedimento di dichiarazione di interesse culturale riguardante lo spazio aperto urbano denominato “via Nazionale” nel tratto compreso tra piazza della Repubblica e largo Magnanapoli».
Primo punto: per 90 giorni - tanto può durare l’iter di decisione sull’apposizione del vincolo - nessuno può muovere nemmeno un sasso di via Nazionale senza l’autorizzazione del Soprintendente di Roma visto che scattano in automatico le misure di salvaguardia tese a impedire qualunque manomissione sui beni che sono oggetto dell’iter di vincolo. 
Secondo passaggio: l’eventuale apposizione del vincolo, la cui decisione spetta alla conferenza dei Soprintendenti, renderà la Soprintendenza una specie di arbitro assoluto su qualunque progetto dovesse essere presentato.

A partire ovviamente da quello per la Tva.

LA TVA

La Tva è il progetto del Comune, come detto, di realizzare una linea tranviaria che, partendo proprio da sotto la sede della Soprintendenza di Palazzo Massimo a Termini, percorra via Nazionale, via IV Novembre, piazza Venezia, Corso Vittorio. Poi, superato il Tevere a Ponte Vittorio Emanuele, si divida in due: il ramo “Vaticano”, passa sotto gli archi del Passetto di Borgo fino a piazza Risorgimento. L’altro ramo, quello “Aurelio”, invece, passa attaccato all’ospedale Santo Spirito in Sassia, poi nel tunnel della Galleria sotto il Gianicolo, via Gregorio VII fino al capolinea a piazza Giureconsulti.

LE POLEMICHE

Opera contestatissima: ad appoggiarla, c’è la lobby filotranviaria, vecchi politici in pensione e i circoletti degli pseudoambientalisti. Dall’altro lato, contro il progetto, residenti, commercianti, albergatori e un lunghissimo elenco di personalità che, analizzato il progetto, o hanno bocciato senza appello ritenendolo inutile dal punto di vista trasportistico e dannoso per la salvaguardia dei beni culturali, del commercio, delle abitazioni. E assolutamente pericoloso per il funzionamento delle istituzioni - praticamente le sedi istituzionali del Paese e della città insistono tutte o quasi su via Nazionale - e del sistema delle emergenze con il rischio blocchi per pompieri, polizia e per lo stesso pronto soccorso del Santo Spirito. Personalità che, fra le altre, contano l’ex sindaco Francesco Rutelli, l’ex prefetto di Roma, Emilio Del Mese, gli ex comandanti dei vigili urbani, Antonio Di Maggio, e dei pompieri, Luigi Abate. Poi, medici, sindacati di polizia, di taxi, di vigili urbani, di vigili del fuoco, del 118. Dopo mesi di polemiche di fuoco, il Campidoglio ha tirato il freno: la gara è stata assegnata all’ultimo minuto prima della scadenza. E Palazzo Senatorio ha dovuto cedere alle proteste ma, invece di convocare un vero dibattito pubblico, che è regolato da precise norme a partire da quelle legate all’imparzialità della gestione delle sedute, ha annunciato la convocazione di un confronto la cui guida è stata affidata a un ex funzionario già apertamente schieratosi a favore dell’opera. Insomma, la squadra che si porta l’arbitro da casa. Inoltre, il dilatarsi dei tempi per l’assegnazione dell’appalto, hanno spinto il Comune e il Commissario a chiedere una inversione dei fondi: quelli Pnrr della Tva spostati sulla futura linea della Togliatti che, in cambio, “cederà” alla Tva altri finanziamenti ministeriali. 
Fernando M. Magliaro

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