Roma, negozianti contro il tram: «Sciagura per il Centro»

Ieri in Commissione, no di Federmoda e al contestato progetto di via Nazionale. L’assessore Patanè: «Spostamento fondi solo dopo l’assegnazione della gara Togliatti»

Roma, negozianti contro il tram: «Sciagura per il Centro»
di Fernando M. Magliaro
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Mercoledì 13 Dicembre 2023, 00:49

Da una parte, i rendering. Dall’altra la realtà. E, in mezzo, i commercianti che bocciano per l’ennesima volta il progetto della nuova tranvia Termini-Vaticano-Aurelio ,la Tva, definendola semplicemente «una sciagura». Ieri, dopo il Consiglio comunale dello scorso 7 dicembre - conclusosi con la frattura della maggioranza appena appena sufficiente a votare il testo del Pd e frantumata poi su quello dei 5Stelle con i Dem a rimorchio dei grillini - va in scena una seduta congiunta delle Commissioni Pnrr e Mobilità, di fatto una nuova puntata della lunga querelle sul tram di via Nazionale, pallino della lobby filotranviaria, di qualche politico in pensione e del circolo degli pseudoambientalisti tanto cari a una certa sinistra. In Commissione viene mostrato un lavoro di risistemazione del centro fatto dalla facoltà di Architettura della Sapienza. Ma, mentre venivano mostrati i rendering, i commercianti andavano dritti al mondo reale: «Ribadiamo la nostra contrarietà a quest’opera», ha detto i direttore di Confcommercio Roma, Romolo Guasco. E il presidente di Federmoda, Massimo Bertoni: «questo progetto è una sciagura». 

UN PRECARIO EQUILIBRIO

La prima questione è legata al problema dei fondi.

L’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, spiega: «Noi abbiamo chiesto la rimodulazione dei fondi del Pnrr dalla Tva alla Togliatti ma questa rimodulazione, che va approvata dal Ministero, necessita che prima sia assegnata la gara d’appalto per la Togliatti». La Tva costa 294 milioni di euro, almeno su carta in base alle previsioni del Comune. Di questi 294, 120 sono fondi Pnrr (il resto, soldi ministeriali). Solo che dopo mesi di annunci, lo scorso 27 novembre il Commissario straordinario alle tranvie, Maria Lucia Conti, ha dovuto prendere atto che non ci sono più le condizioni per rispettare la stringente tempistica delle opere da fare col Pnrr: appalto assegnato formalmente entro il 31 dicembre di quest’anno, cantieri all’opera entro giugno del prossimo e opere concluse entro la fine di giugno del 2026. Complice la sospensione dei lavori durante l’Anno Santo, non c’è più modo di rispettare questi tempi. La soluzione proposta è spostare i fondi: i 120 milioni del Pnrr per la Tva li spostiamo sulla Togliatti e, in cambio, spostiamo 84 milioni di soldi ministeriali dalla Togliatti alla Tva. La differenza di stanziamento la giustifichiamo cambiando il numero di tram da comprare: non più 20 e 20, ma 30 per la Togliatti e solo 10 per la Tva. Solo che per approvare questa soluzione ci sono ancora tre ostacoli da superare: entro fine anno, assegnare ufficialmente la gara per la Tva, assegnare ufficialmente la gara per la Togliatti e ottenere l’avallo allo scambio fondi sia dal Ministero dei Trasporti di Salvini sia da quello degli Affari europei e Pnrr, Fitto. 

ANAC

Anche perché, nonostante l’ottimismo che dalle fila di Palazzo Senatorio trapela, Anac non ha affatto dato il via libera all’assegnazione della gara d’appalto. Anzi. A essere precisi, lo scorso 11 dicembre, l’Autorità anticorruzione ha scritto dicendo, sostanzialmente: «la nostra posizione non cambia. Se ci sono procedimenti penali in corso, per noi l’appalto non va assegnato. Ma se voi, nella vostra “autonomia e responsabilità” vi assumete il rischio di assegnarlo, fate. Se è vero che per chi è sotto giudizio è in arrivo la prescrizione, monitorate questo fatto. Inoltre, dovete ancora completare le verifiche di legge e, infine, dovreste rifare il conteggio dei punteggi assegnati alla parte tecnica perché non possono essere collegiali ma individuali». Insomma, tutt’altro che un semaforo verde.

IL CONFRONTO PUBBLICO

C’è poi il capitolo confronto pubblico: nel consiglio straordinario, lo stesso sindaco Gualtieri, aveva parlato della necessità di un confronto con la città e di un approfondimento delle enormi criticità progettuali sull’opera. E anche il testo dell’ordine del giorno della maggioranza sottolineava questa duplice necessità. L’assessore Patanè, in Commissione, ha spiegato di aver assegnato - senza bandi né evidenze pubbliche - la gestione di questo confronto pubblico «all’ingegner Claudio Cipollini» (che però è architetto) stimato professionista ora in pensione ma che sui suoi social rilancia post contenenti tutte e solo le tesi pro-tram.
Per i commercianti, però, ben venga il confronto, ma con regole chiare: «vorremmo capire come funzionerà. Non serve una chiacchierata da bar ma una cosa vera. Siamo pronti ma ovviamente, ci possiamo vedere all’indomani della fine dei saldi», dice Bertoni. E Guasco: «Ieri abbiamo appreso di questo studio della Sapienza, su materiali di costruzione e su arredo urbano ma senza simulazioni sul traffico e ringraziamo il presidente della Commissione Pnrr, Caudo, per aver rimediato a una carenza di informazione. Se sarà accolta la rimodulazione dei fondi, il Comune avrà il tempo per fare le cose per bene: approfondisca le criticità e si confronti con la città. In modo serio».

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