Tram, lo stop del commissario: «Via Nazionale, troppi ritardi. Spostare i fondi del Tva»

La lettera alle istituzioni dell’esperta di Palazzo Chigi sulle tranvie della Capitale. «Impossibile rispettare le scadenze: sono a rischio i soldi del Pnrr»

Tram, lo stop del commissario: «Via Nazionale, troppi ritardi. Spostare i fondi del Tva»
di Fernando M. Magliaro e Francesco Pacifico
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Martedì 5 Dicembre 2023, 00:39

È il primo passo formale per fermare la costruzione della contestatissima Tva. E già l’oggetto della missiva - “Appunto sull’ipotesi rimodulazione finanziamenti da Tranvia Termini-Vaticano-Aurelio a favore della Tranvia Togliatti” - ha il sapore della ritirata. Fa intendere che sul futuro della tanto divisiva Tva è scettico pure chi deve portare avanti l’opera, rinviandola a data da destinarsi. Maria Luisa Conti, commissario straordinario del Governo per le nuove tranvie romane, ha scritto al ministero delle Infrastrutture e al Campidoglio per chiedere di trasferire i fondi per il primo tratto dell’opera tra Termini e piazza Venezia, finanziato con 120 milioni del Pnrr, su un’altra tranvia, che ha maggiori possibilità di essere completata: la Togliatti. Il motivo? Visto che il cantiere sarà sospeso durante il Giubileo, non ci sono più i tempi tecnici per chiudere il cantiere entro la scadenza prevista dalle Ue: il 30 giugno del 2026. Dopo quella data, i 120 milioni del Pnrr si perdono. 

LA LETTERA

Spiega Conti nella lettera inviata il 27 novembre scorso: «Considerata anche l’introduzione, nel cronoprogramma a base di gara, di un periodo di sospensione dei lavori della Tranvia Termini-Vaticano-Aurelio di Tva per non interferire con gli eventi giubilari», si va verso un «ritardo nel perfezionamento dell’aggiudicazione potrebbe compromettere la conclusione dei lavori del 1°lotto (Pnrr) entro il termine del 30 giugno 2026 fissato dall’Europa». Tradotto, siccome il cantiere non è nemmeno partito, è troppo alto il rischio di perdere i soldi per andare avanti.

Quindi Conti «propone la rimodulazione dei finanziamenti del DM 448/2021 a favore della sola tranvia Togliatti incrementando da 20 a 30 su tale tratta il numero delle forniture tranviarie inizialmente previste». Con quei 120 milioni si ordineranno dieci vetture in più. La palla, adesso, passa al ministero delle Infrastrutture, che a sua volta deve dare mandato al dicastero per gli Affari europei (con delega sul Pnrr) di chiedere all’Europa di spostare i 120 milioni dalla Tva alla tranvia Togliatti.

Il commissario Conti, nella sua lettera, suggerisce le basi per strappare l’ok della Ue. Ricorda che il Pnrr finanzia sia la Togliatti sia la Tva, compresa la fornitura di 20 tram per ciascuna linea, riconoscendole entrambe strategiche. Aggiunge che ci sono altre risorse per le due infrastrutture inserite in «ulteriori decreti ministeriali» e nei fondi giubilari. Sul versante dei tempi, non c’è soltanto l’impossibilità di continuare i lavori nel 2025 per il Giubileo: come raccontato dal Messaggero, Conti fa presente che l’Anac, l’autorità Anticorruzione, lo scorso 17 novembre ha di fatto congelato l’aggiudicazione dell’appalto per la costruzione della tranvia, chiedendo alle imprese che hanno partecipato alla gara «di compilare l’apposita dichiarazione» obbligatoria per il Protocollo di Integrità di Roma Capitale. La valutazione di questo atto da parte della stessa Anac comporterà ulteriori ritardi. Mettendo assieme tutti i pezzi, Conti fa presente che si allungano a dismisura i tempi per assegnare l’opera e avviare i cantieri: per esempio, va ancora effettuata una delicata conferenza di servizi sul progetto definitivo, che ancora neanche c’è.

Quindi, si rischiano di perdere i 120 milioni del Pnrr ma si può guardare a un trasferimento di queste risorse alla tranvia Togliatti, già “avallata” dalla Ue e che, a differenza della Tva «è in fase di aggiudicazione e si prevede il raggiungimento dell’obbligazione giuridicamente vincolante, entro il 31 dicembre 2023 e non sussistono impedimenti alla sua ultimazione entro il 30 giugno 2026 non essendo previsti periodi di sospensione ed essendo già conclusa la conferenza di servizi decisoria». Chi segue il dossier, spiega che in teoria - ma con fondi aggiuntivi da trovare in capitoli di investimenti alternativi - nulla osta di avviare alla fine del Giubileo, quindi dopo il 2026, i lavori della Tva su tutto il tratto previsto. Ma nei Palazzi della politica romana c’è chi indica un’altra strada: senza la mannaia del 30 giugno 2026 tutti gli enti coinvolti possono prendersi più tempo per la conferenza di servizi e valutare appieno tutte le criticità di un’opera figlia dell’ideologia e che ha spaccato la città e capire se vale la pena davvero continuare.

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