Rieti, pienone per Luigi Lo Cascio
a "Liberi sulla carta"
"Ho scoperto una città"

Luigi Lo Cascio
di Giacomo Cavoli
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Domenica 16 Settembre 2018, 08:36
RIETI - "Il tema di Liberi sulla Carta 2019 sarà: 'Portatevi le sedie da casa'". La battuta del patron Fabrizio Moscato, postata ieri sul suo profilo facebook a giornata quasi conclusa, semplifica bene quanto accade in questi giorni al polo culturale di Santa Lucia: i posti a sedere per assistere a presentazioni ed eventi speciali sembrano non bastare mai. Impilate una sopra l'altra, le sedie viaggiano freneticamente da una parte all'altra del chiostro, spostate dall'angolo riparato all'ombra - spazio per le presentazioni riservato alle ore più calde della giornata - fin sul prato davanti al palco centrale, per provare a contenere - inutilmente - la folla accorsa per incontrare gli attori dell'edizione 2018, ultimo in ordine di tempo, ieri, Luigi Lo Cascio (nella foto), arrivato a Liberi sulla Carta per presentare la sua opera prima, “Ogni ricordo un fiore”.

LA CRISI DEL LAVORO
Il tema dell'edizione di quest'anno è il "Coraggio". E alla macchina organizzativa, dopo la scommessa già vinta di spostare il festival letterario da Farfa a Rieti, il cuor di leone non manca di certo: nel chiostro della biblioteca Paroniana si passa dalle quindici, cruente storie raccontate dai "Migranti" del reatino Domenico di Cesare al dramma collettivo del lavoro che, quando c'è, è sottopagato e con pochi o fasulli diritti.

A raccontare di come, fra i tanti, retorica del merito e della flessibilità espansiva siano stati profondamente smentiti nei fatti da sottoccupazione e precariato diffuso a tutte le fasce d’età è Marta Fana, trentaduenne ricercatrice a Sciences Po a Parigi che, dopo la lettera aperta al ministro del Lavoro Giuliano Poletti sulla gaffe poi corretta da Poletti stesso a proposito dei giovani che andando all’estero “si tolgono dai piedi”, presenta a Liberi sulla Carta presenta il suo “Non è lavoro, è sfruttamento” (Laterza), caso editoriale fin dalla sua pubblicazione lo scorso anno. “In un sistema di produzione capitalistica, tutto il lavoro è sfruttamento, la maggior parte delle persone deve vendere la propria forza lavoro per poter vivere – spiega Fana – Tante parole sono state dismesse, per mascherare il rapporto conflittuale fra produzione e lavoro, ma che riguarda tutto i bassifondi del mondo del lavoro, in un mercato segmentato che vive però di rapporti simili in termini di sfruttamento”.

A Liberi sulla Carta non mancano le sorprese, anche fuori programma: durante la prima presentazione della giornata, nel primo pomeriggio, accanto ad Adriano Angelini Sut, autore di “L’ultimo singolo di Lucio Battisti” (Gaffi Editore) arriva anche il cantautore reatino Carlo Valente, vincitore della Targa Tenco 2018 per la categoria miglior album collettivo (del progetto "Voci per la libertà- una voce per Amnesty International") che, chitarra in braccio, accanto alle parole di Angelini Sut propone tre versioni in acustico di brani di Battisti.

E dopo Carlo d'Amicis, fra i cinque finalisti del Premio Strega 2018 con il suo dibattuto “Il gioco” (Mondadori), alle 21.30 arriva il cambio di programma da parte di un altro David di Donatello, Libero de Rienzo che, poco prima di salire sul palco comunica di aver abbandonato i propositi già concordati di lettura di “Sognando Babilonia”, omaggio al romanzo dello psichedelico Richard Brautigan, proponendo invece un reading di oltre due ore sull’irriverente ed esplicito “Bubba Ho-Tep” di Joe Lansdale.

LUIGI LO CASCIO STREGA LIBERI SULLA CARTA
Il pienone, sul palco centrale, è garantito dall’arrivo di Luigi Lo Cascio, David di Donatello al primo colpo della sua carriera, grazie al ruolo iconico di Peppino Impastato nel film d’esordio “I cento passi” di Marco Tullio Giordana. Stavolta, però, è la letteratura a portarlo a Liberi sulla Carta (“Ho camminato lungo le strade di Rieti e ho scoperto una città”), autore di “Ogni ricordo un fiore”, sua opera prima edita da Feltrinelli, storia di fulminanti incipit raccolti da Lo Cascio e trasformati nel romanzo che lo stesso protagonista del libro, Paride Bruno, tenta di portare a termine, afflitto da incompiutezza in tutte le azioni della sua vita (“Paride ha interrotto più di duecento storie fermandosi alla prima frase, ad incipit spesso mostruosi, anche di dodici pagine”) . Accolto dall’applauso del prato centrale stracolmo di sedie e posti in piedi, Lo Cascio è come appare fuori e dentro lo schermo: sincero con il pubblico e con il moderatore Massimiliano Coccia, regala la lettura di brani del libro, mentre il protagonista si muove da Palermo verso Roma, cercando di capire “se almeno uno di questi incipit, depositati come fiori, possa continuare”.

Il legame di Lo Cascio con Rieti è nel film "Romanzo di una strage", uscito nel 2012 con la regia firmata nuovamente da Marco Tullio Giordana, dove Lo Cascio interpretò il ruolo di Ugo Paolillo, già procuratore della repubblica di Rieti e primo titolare dell'inchiesta legata alla strage di piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969 alla Banca dell'Agricoltura di Milano, città dove all'epoca Paolillo era sostituto procuratore. Quella sera Paolillo era di turno e arrivò quasi immediatamente sul luogo ("Ricordo ancora le urla dei feriti") indirizzando le prime indagini, ma dopo alcune settimane l'inchiesta fu avocata da Roma. Una procedura illegittima, che alimentò negli anni sospetti e interrogativi su chi avesse voluto "scippare" all'allora giovane magistrato (non aveva ancora 30 anni) il fascicolo.

Al procuratore Paolillo l'interpretazione di Lo Cascio piacque: "Pur non essendo mai stato contattato prima della pellicola, si vede che Lo Cascio si è documentato molto bene, andandosi a rileggere quanto ho scritto e dichiarato negli anni - dichiarò Paolillo - Ciò che mi ha favorevolmente colpito dell'opera realizzata da Giordana - aggiunse Paolillo - è lo scrupolo posto nella ricostruzione dei vari episodi. Si vede che il regista ha approfondito ogni aspetto, non ha lasciato spazio a tesi che non fossero quelle emerse dalle indagini".

Paolillo ritenne che il film esprimesse un messaggio educativo: "Sono lavori che servono per far capire alle giovani generazioni cos'è stato il periodo delle stragi e contribuiscono ad aprire un dibattito, soprattutto in questi tempi di incertezza sociale dove si colgono alcuni segnali preoccupanti. Per questo, il valore del film è soprattutto attuale, non solo storico".

IL PROGRAMMA
Dopo le due intense giornate di venerdì e ieri, il week end di Liberi sulla Carta si conclude oggi con gli ultimi ospiti speciali e gli appuntamenti in programma.
Si comincia con “Il campo di Farfa” (Funambolo Edizioni) di Roberto D’Angeli (ore 16) e, alle 17, Federica Angeli, giornalista di Repubblica nota per le sue inchieste contro la criminalità del litorale romano, presenterà “A mano disarmata”, il libro che racconta gli ultimi cinque anni di vita della cronista, cambiati per sempre dopo la scelta di denunciare spari, paura e sopraffazione che strangolano Ostia.
Chiusura in bellezza con l’attrice Laura Morante, che alle 21.30 proporrà alcuni estratti dalla sua raccolta di racconti, “Brividi immorali”, edito per La nave di Teseo.
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