Rita Pasquetti, docente di Italiano e Latino presso il Liceo Scientifico “Carlo Jucci” di Rieti, sceglie di far parlare in un lungo monologo in prima persona la Sibilla Cumana, una figura centrale della cultura classica. Sullo sfondo di un mosaico ricco di riferimenti lirici, epici e filosofici, il dolore e la solitudine della profetessa che tutto vede e nulla può impedire o cambiare, diventano il punto di partenza per una riflessione più generale sulla condizione umana e sui limiti che le danno senso.
La Sibilla, affacciata suo malgrado su una conoscenza sconfinata e sovrumana, testimonia agli uomini che la felicità è strettamente connessa alla loro condizione di finitezza. L’accettazione del limite, la ricerca della misura e la conoscenza di sé, piuttosto che l’onniscienza, sono quanto va perseguito affinché la vita umana sia degna di essere vissuta.
Un testo da leggere, che conferma la continua vitalità dei classici di cui è importante ascoltarne ancora oggi la voce.
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