Leonessa, operaio morì nello scavo: una condanna e due assoluzioni

I soccorsi
di M.Cav.
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Venerdì 15 Dicembre 2023, 00:10

RIETI - Sei anni dopo, è arrivata la sentenza del tribunale per la morte di Raffaele Pagano, l’operaio schiacciato il 6 novembre 2017 dal crollo di una parete fangosa, all’interno di uno scavo profondo tre metri e mezzo, dove stava lavorando insieme a un collega romeno, rimasto solo ferito, per la posa dei tubi della rete fognaria prevista dal piano di lottizzazione Ripa Serena, a Leonessa.

Le decisioni. Il giudice monocratico, Alessio Marinelli, ha condannato a due anni, per omicidio colposo, l’imprenditore Giancarlo Zelli, datore di lavoro della vittima, subordinando la sospensione condizionale della pena al pagamento di una provvisionale di 180mila euro complessivi in favore delle parti civili (i genitori e quattro fratelli di Pagano, assistiti dall’avvocato Andrea Santarelli), mentre la vedova dell’operaio (assistita dall’avvocata Mariella Cari) aveva raggiunto un accordo transattivo con il titolare della ditta di Terzone, mentre ha mandato assolta con formula piena la coppia proprietaria del terreno, Giuseppe Antonelli e sua moglie Virginia Zolfini (difesi dall’avvocato Luca Pizzoli), imputati in concorso con Zelli, e dichiarando non doversi procedere nei confronti di un altro imputato, direttore dei lavori, deceduto nel corso del processo.

Più pesanti erano state invece le richieste del pubblico ministero, Luana Bennetti, che aveva sollecitato una condanna a quattro anni per l’imprenditore, difeso dall’avvocato Alberto Trinchi, e due anni e 6 mesi per i proprietari che avevano ottenuto l’autorizzazione dal Comune per realizzare le opere di urbanizzazione primarie destinate al servizio delle future case.

La vicenda. Dibattimento celebrato nell’arco di quattro anni, più volte rinviato a causa dell’emergenza pandemica, durante il quale la ricostruzione di quanto avvenuto a Leonessa è stato affrontato dai consulenti tecnici delle parti, apparsi in contrasto in più di un passaggio delle rispettive conclusioni. Raffaele Pagano, 35 anni, originario della provincia di Foggia, sposato e padre di due bambini, si era trasferito con i genitori e quattro fratelli a Leonessa trovando lavoro nell’impresa di Zelli. A tradirlo, secondo la relazione del perito della procura e delle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Cittaducale con i colleghi leonessani, era stata la mancata attuazione nel cantiere di misure idonee a proteggere lo scavo e a prevenire lo smottamento della parete, in questo caso armature di sostegno e pannelli metallici. E quando il terreno franò, appesantito dall’acqua caduta abbondantemente nei giorni precedenti, per l’operaio pugliese non ci fu nulla da fare e morì asfissiato, come certificato dall’esame necroscopico eseguito dal medico legale.
Una tragedia che ricordò da vicino quella avvenuta nel 2008 nella frazione di Torrita di Amatrice, quando a perdere la vita fu l’operaio Nando Pettinaro, anche lui rimasto schiacciato da uno smottamento durante lo scavo.

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