Rieti, Marco Abati guiderà
le ragazze dell'Olimpus

Marco Abati
di Jacopo Persico
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Sabato 16 Maggio 2015, 14:44 - Ultimo aggiornamento: 15:30
RIETI - Marco Abati è il nuovo allenatore dell’Olimpus Femminile. Continua così, con una nuova ed entusiasmante avventura, la lunga storia d’amore tra Abati e il calcio a 5. Prima giocatore, adesso allenatore. Quando nacque a Roma, nel 1960, il futsal ancora non esisteva. Ragion per cui ci si dedicava ad altri sport. «In mezzo alla strada con porte improvvisate o nei campi parrocchiali del mio quartiere ho iniziato a coltivare la passione per il calcio: ho giocato per due anni e con grande orgoglio nel mitico Bettini Quadraro». Non solo calcio però. «Non posso dimenticare le interminabili partite nel campo della mia scuola, l’Enrico Fermi di Frascati, dove giocava la serie A di pallamano».

GLI INIZI E I RICORDI

Nella seconda metà degli anni ’70 arriva a Roma, nei circoli del tennis, il «calcetto». E’ in quel momento che in Abati scoppiò la scintilla. «Ricordo degli splendidi tornei estivi a Prato Falcone, vicino all’Olimpico, sul campo di terra rossa: lì nacque il mio amore per questo sport». A 22 anni il trasferimento a Rieti, assunto dalla Texas Instruments, e dove vive tuttora con la moglie e i figli: Ramona e Lorenzo. «In azienda inculcai subito il virus del calcetto. Nacque così nel 1985 Ti Break: nel giro di tre anni arrivammo a disputare il campionato nazionale di serie A». Dell’Abati giocatore cosa dice? Sorride e risponde: «I piedi erano buoni». Poi la decisione di appendere le scarpette al chiodo e sedersi in panchina. «Purtroppo è una scelta che ho maturato tardissimo continuando a sgambettare sui campi fino a 49 anni, dopodiché la sera della vittoria della Coppa provinciale con Marmore ho deciso di varcare definitivamente la linea che delimita il campo dalla panchina ed eccomi qua a cercare di fare l’allenatore». Tra le esperienze più importanti Abati ricorda nostalgicamente la splendida stagione alla guida dell’U21 del Real Rieti: «Rimarrà indelebile».

IL PRESENTE E IL FUTURO

Le sfide però non sono finite qui: ad attenderlo il prossimo anno c’è il futsal femminile della massima serie, l’Elite. «L’Olimpus è una splendida realtà, approfitto ancora per ringraziarli della fiducia e posso dire che il futsal femminile è un movimento in ascesa». Il suo obiettivo? «Costruire un percorso che ci porti il più lontano possibile».