L'approdo è ovviamente un sistema elettorale con il premio alla coalizione che «costringa» anche gli alleati più riluttanti a ricomporre l'alleanza per provare a conquistare la vittoria. Sondaggi alla mano infatti solo un centrodestra unito avrebbe chance mentre da soli, i singoli partiti, sarebbero destinati ad un cono d'ombra. Ma se gli alleati non chiudono all'idea di un'alleanza di centrodestra, a dividere l'ex premier dal "duo" SalviniMeloni restano le caratteristiche della nuova coalizione ma soprattutto l'orizzonte europeo a cui fa riferimento. «Un centrodestra moderno - è la premessa del ragionamento del leader di Fi - deve saper dare voce alle legittime paure, allo scontento, alla rabbia, all'indignazione dei cittadini vessati».
Ma, per il Cavaliere, il progetto «liberale» del futuro centrodestra deve essere in linea «con le culture politiche vincenti nei maggiori paesi europei, alternative alla sinistra. È il nostro progetto, quello del Ppe che noi di Forza Italia rappresentiamo con orgoglio nel nostro paese». Non solo il riferimento alla famiglia del Partito popolare ma anche un secco no a qualsiasi ipotesi di abbandonare l'Europa: «non ha senso uscire - osserva - ma l'Ue va rifondata da capo se deve avere un futuro. Questa è la strada per un centro-destra che vinca le prossime elezioni». L'idea però di un centrodestra che abbia come perno il partito popolare europeo non piace né a Lega né a Fratelli d'Italia. Ad incidere sui futuri equilibri sarà l'esito delle elezioni francesi e la percentuale che raggiungerà Marine Le Pen. Sia Meloni che Salvini, a differenza degli azzurri, non hanno mai fatto mistero di tifare per la vittoria della leader del Front National.
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