Marta Fascina, ritorno in campo? Alla Camera spunta un ufficio (con targa personale) per l'ex compagna di Berlusconi

Marta Fascina, ritorno in campo? Alla Camera spunta un ufficio (con targa personale) per l'ex compagna di Berlusconi
di Francesco Bechis
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Martedì 9 Aprile 2024, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 23:15

Scripta manent, dicevano i romani. Deve essere un proverbio caro a Marta Fascina, l'ex compagna di Silvio Berlusconi che si credeva ormai rinchiusa a vita privata, fra gli stucchi e le tende di Arcore. E invece ecco riaccendersi in lei la fiamma della politica che le fece incontrare il Cav, anni fa, quando tanto ardore si traduceva in una lunga trafila di lettere sognanti inviate all'ex premier da una studentessa lucana in forze alla Sapienza di Roma.

La targa a Montecitorio

Un indizio? Basta seguire le targhe di ottone con il nome di "Lady Berlusconi" inciso sopra - "On. Marta Antonia Fascina" - che iniziano a fioccare sulle porte di Arcore e, si scopre ora, anche della Camera dei Deputati. Uffici politici ad hoc per l'onorevole Marta, casomai decidesse di tornare in campo in nome dell'ex (quasi) marito. Ce n'è uno anche al sesto piano del Palazzo dei Gruppi, a fianco di Montecitorio.

Eccola lì, la targhetta d'ottone con il suo nome, appena entrati nel gruppo di Forza Italia. La porta è serrata, con tre mandate.

A fianco, nell'angolo di un corridoio cieco, senza altre stanze, spunta un bagno per donne che sembra pensato su misura per la vedova di Arcore. "E' un bagno privato, ha pure la doccia!", maligna qualche collega. Ma no, è in corridoio, dunque pubblico.

Il cerchio magico

Non ha incarichi ufficiali nel partito, Fascina. Troppe faccende da sbrigare, lassù nella pantagruelica villa brianzola di Berlusconi, un'eredità pesante da gestire e amministrare: cento milioni di euro. Ha il suo cerchio magico, questo sì, che la aggiorna a distanza compulsando la chat comune su whatsapp: dentro i fedelissimi di una vita, come l'amico del cuore Tullio Ferrante, sottosegretario alle Infrastrutture. Non ha incarichi, ma ha uno studio tutto per sé: è lì dall'inizio della legislatura, su espressa disposizione del Cav. "L'ufficio della mia Marta".

E' un privilegio che in pochi, pochissimi condividono a quel piano dove è appostato il quartier generale degli azzurri alla Camera guidati dalla mano ferma di Paolo Barelli. Per la verità, quasi nessuno. Stefano Benigni, tesoriere e altro fedelissimo del Fascina-circle, ne ha uno tutto suo. Altri no, si stringono, quattro scrivanie in dieci metri quadri. "Siamo in co-working", sbuffano ridendo e guardando sognanti la targhetta singola di Marta, quella bella stanza affacciata sui vicoli assolati del centro. Che rimane sempre chiusa, raccontano: lei non c'è (quasi) mai.

Il ritorno

L'altro giorno, dopo un lungo, interminabile forfait, ha fatto capolino alla buvette. Saluti, sorrisi timidi sotto gli sguardi indiscreti e curiosi degli onorevoli colleghi. Nuovo look: doppia fede al dito, capelli sciolti. Chissà che non riprenda posto più spesso nel "suo" ufficio al sesto piano. Così simile allo studio personale che ha fatto montare ad Arcore, con tanto di targhette e una "segreteria politica" ad hoc, come ha svelato Il Fatto Quotidiano.

Qualche indizio c'è. I quarantamila euro appena donati al partito, per esempio, un segno di vita. E poi presto potrebbe terminare la "giustificazione" formale che il Gruppo le ha concesso nel primo anno di cordoglio: si vedrà. Nei primi mesi di assenza da Montecitorio, "l'ufficio di Marta aveva la porta aperta, ogni tanto qualcuno entrava di soppiatto, si appoggiava per una video-call". Gli spazi sono quelli che sono, tocca arrangiarsi. Poi tutto finito: tre mandate. Un po' di privacy, s'il vous plaît.

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