Azzollini divide la maggioranza. Il Pd: sì all'arresto. Ncd fa asse con FI

Azzollini divide la maggioranza. Il Pd: sì all'arresto. Ncd fa asse con FI
di Mario Stanganelli
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Venerdì 12 Giugno 2015, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 18:33

La richiesta della Procura di Trani di arresto del senatore ncd Antonio Azzollini incrina pericolosamente la maggioranza, che in un emiciclo come quello di palazzo Madama deve fare i conti con numeri avari. Alla fine di una giornata tesa si è cercato da entrambe le parti di ricucire, ma in mattinata, dopo una dichiarazione del presidente del Pd Matteo Orfini sulla «inevitabilità» del voto dem «a favore dell'arresto», sia pure dopo la necessaria valutazione delle carte, la tensione con l'alleato Ncd era salita alle stelle. A reagire per primo il coordinatore del Nuovo centrodestra Gaetano Quagliariello: «Se dal Pd venisse un sì all'arresto pregiudiziale e ideologico, lo riterremmo ingiustificato e politicamente grave». Orfini, aggiungeva Quagliariello, «non può dire che bisogna conoscere le carte ma che è inutile conoscerle perché si è già deciso». Anche il capogruppo al Senato Renato Schifani affermava di «non capire come possa il presidente Orfini dire che il suo partito voterà per l'arresto prima ancora di aver letto le carte. Spero che le cose non stiano così e che le sue parole siano state mal interpretare». Da parte sua, il senatore Giovanardi parlava di «Costituzione stracciata» e di «imbarbarimento della vita politica».

GRANDE IRRITAZIONE

La grande irritazione dell'Ncd veniva cavalcata, sul piano del garantismo, da Forza Italia i cui membri della Giunta per le immunità decidevano, assieme a quelli del Nuovo centrodestra, di disertare la riunione di ieri.

Il presidente della Giunta Dario Stefano, di Sel, che sarà anche relatore sulla vicenda, ha invece fissato senza indugiare già per martedì prossimo la prima seduta che si occuperà del caso Azzollini, proseguendo coi lavori al ritmo di due sedute settimanali in modo da arrivare in Aula per il voto finale prima della pausa estiva. La scelta dei tempi rapidi veniva condivisa dal senatore a 5Stelle Giarrusso: «E' un caso troppo grave per non scioglierlo entro l'estate». Al contrario, era il capogruppo di Gal, Mario Ferrara, a fare asse con Ncd e FI protestando per la «fretta eccessiva» della Giunta.

A fronte della temperatura in via di ebollizione, era la volta, nel pomeriggio dei pompieri del Nazareno. A intervenire per primo pare sia stato lo stesso Orfini con una telefonata a Quagliariello, in cui si assicurava che il Pd «deciderà senza pregiudiziali e dopo attenta lettura delle carte da parte della Giunta e dei senatori competenti». Sulla stessa linea, il vicesegretario Lorenzo Guerini prometteva: «Guarderemo le carte con attenzione e senza pregiudizi e poi decideremo, senza pregiudizi - ripeto - ma senza sconti per nessuno». Assicurazioni queste che sembravano sortire il risultato sperato, era infatti Renato Schifani, poco dopo, a garantire che un eventuale ok all'arresto di Azzollini «non comporterebbe rischi per la tenuta del governo: si tratta - affermava il capogruppo ncd - di due livelli diversi e non collegati tra loro». E anche per Maurizio Lupi, ministro dimissionario in tempi recenti, «esprimersi pregiudizialmente e un po' in contraddizione come ha fatto Orfini, non comporta conseguenze sul governo, ma solo sullo stesso presidente del Pd. La mia opinione - aggiungeva Lupi - è che non sono venute meno le ragioni che ci hanno fatto sostenere il governo Renzi in un momento straordinario».