Suore uccise in Burundi, arrestato l'assassino: Butoyi ha confessato

Suore uccise in Burundi, arrestato l'assassino: Butoyi ha confessato
4 Minuti di Lettura
Martedì 9 Settembre 2014, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 08:28

L'assassino delle tre suore italiane, uccise nel loro convento in Burundi, stato arrestato. Lo riferisce la polizia locale precisando che l'uomo ha confessato il delitto.

L'uomo fermato aveva con sè il cellulare di una delle suore assassinate e la chiave del convento. L'assassino, da quanto emerge da fonti della polizia, è tornato nella notte in convento dopo i primi due

delitti per uccidere la terza religiosa.Il presunto assassino si chiama Christian Claude Butoyi, ha 33 anni, e le avrebbe uccise convinto che il loro convento è stato costruito su un terreno che apparteneva ai suoi genitori. Lo ha detto in una conferenza stampa il portavoce della polizia locale, Helmènegilde Harimenshi, secondo la radio Rfi.

Secondo il corrispondente di Radio France Internationale (Rfi), Butoyi è stato arrestato all'una di notte su denuncia di una persona a cui aveva venduto il telefonino di una delle suore. Il presunto assassino, presentato alla stampa dalla polizia, ha l'aria giovane e non ha detto una parola. Ma secondo il portavoce della polizia, ha ammesso i fatti senza difficoltà spiegando: «Le ho violentate e poi le ho uccise», perchè «si tratta di stranieri che occupano la (mia) proprietà». Sempre secondo il corrispondente di Rfi, Esdras Ndukumana, le spiegazioni della polizia non hanno convinto i giornalisti presenti, non essendo chiaro in particolare se ha avuto complici, un'ipotesi ritenuta probabile. Butoyi ha passato gran parte della sua vita in Congo ed è tornato in Burundi solo 8 anni fa, più o meno quando le suore sono giunte nel paese. Non è chiaro infine come abbia potuto introdursi nel convento, ammazzare la terza suora e ripartire senza essere intercettato, nonostante le presenza di poliziotti sul posto, dopo l'uccisione delle due prime religiose.

La polizia, nonostante le smentite di ieri, ribadisce che le tre missionarie italiane sono state stuprate.

Lucia Pulici, 75 anni, e Olga Raschietti, 83, suore saveriane di Parma, sono state uccise domenica pomeriggio. La consorella Bernadetta Boggian, 79, ha scoperto i cadaveri e ha dato l'allarme. Poi è rimasta nel convento e nella notte è stata decapitata. «Il sangue versato diventi seme di speranza», ha commentato papa Francesco.

«Non sono ancora state accertate le cause» dell'omicidio delle tre suore, ha detto oggi il ministro degli Esteri Federica Mogherini, intervenendo davanti alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato.

Le tre missionarie saranno sepolte nei pressi della città di Bukavu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo. È quanto riporta sul suo sito internet, l'agenzia missionaria Misna. Le tre religiose, si legge sul sito, riposeranno «nel cimitero di Panzi, vicino ad altri missionari che sono morti o sono stati uccisi in questa regione africana. Tra questi, anche una loro consorella saveriana».

Le religiose saveriane erano impegnate in Burundi da sette anni. Secondo le prime ricostruzioni della polizia, dunque potrebbe essere stata una rapina finita in tragedia, anche se dagli alloggi delle tre suore non sembra mancare nulla, nemmeno i soldi che erano in casa, riferiscono gli agenti. È stata smentita invece, da fonti missionarie saveriane, la violenza sessuale nei confronti delle suore, di cui aveva parlato il vice direttore della polizia burundese Godefroid Bizimana.

Un uomo è stato visto fuggire dalla scena del delitto con un coltello in mano. Le tre missionarie sono state uccise in due momenti diversi. Suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti, sono state massacrate domenica pomeriggio nel convento presso la parrocchia San Guido Maria Conforti, che sostiene un "Centro pastorale giovanile" che in questi anni ha consentito l'incontro fra ragazzi di etnia hutu e tutsi fondato dai padri saveriani. L'assassino le ha sgozzate e poi si è accanito sul cadavere di una di loro colpendone ripetutamente il viso con una pietra, ha spiegato Bizimana.

La terza vittima, suor Bernardetta Boggian, è stata invece uccisa nella notte tra domenica e lunedì. Era stata lei a ritrovare in una pozza di sangue i cadaveri delle consorelle, come ha raccontato all'agenzia Misna padre Mario Pulcini, superiore dei missionari saveriani in Burundi. Da lui Bernardetta era andata ieri pomeriggio dopo aver notato che dalla casa in cui alloggiava con suor Lucia e suor Olga «non c'erano segnali di vita, tutto era chiuso e con le tende tirate».

Poco dopo la tragica scoperta dei due cadaveri martoriati. La religiosa ha comunque deciso di non abbandonare l'alloggio, scelta che probabilmente l'ha consegnata nelle mani dell'assassino rimasto nascosto. Anche per lei una fine cruenta: decapitata.

Padre Pulcini, che si era recato negli alloggi della suora verso le 2 di notte dopo aver sentito delle urla, ha raccontato infatti di essersi ritrovato di fronte a un «bagno di sangue».

Sotto shock la diocesi di Parma, della quale facevano parte le suore, e l'arcivescovo di Bujumbura, monsignor Evariste Ngoyagoye. Il vice presidente del paese africano, Prosper Bazombanza, si è detto «inorridito da tanta barbarie» e ha promesso di «fare luce sulla vicenda il prima possibile».

In Burundi, uno dei paesi più poveri dell'Africa che nel 2006 è uscito da oltre dieci anni di guerra civile, i conventi erano già stati presi di mira. Il 27 novembre 2011, il cooperante italiano Francesco Bazzani era rimasto ucciso in un attacco a un convento a Ngozi, nel nord del Paese, insieme con una suora croata. I due assassini erano stati arrestati il giorno dopo e condannati all'ergastolo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA