Luciano Bricalli e Negrini Elia all'epoca giovani soccorritori poco più che ventenni della Stazione di Valmalenco, ricordano le ricerche sui ghiacciai di Fellaria orientale dal Passo Marinelli sino ai 3694 metri della forcola di Bellavista, ai confini con il territorio elvetico. Le ricerche dell'alpinista, probabilmente diretto al Pizzo Bernina, separatosi dal gruppo con il quale era in contatto per un problema tecnico all'attacco dello sci, e quindi rientrato alla Capanna Marinelli per la riparazione, avvennero in condizioni di forte maltempo con bufere e nevicate e si protrassero per più giorni nei luoghi alti e sui ghiacciai del gruppo del Bernina.
La zona d'alta montagna, impervia, era allora segnata da profondi crepacci ove probabilmente lo sfortunato scialpinista precipitò nel tentativo di ricongiungersi con il gruppo di amici. Vane al tempo furono le ricerche, che videro impegnati il soccorso alpino, le guide alpine, la guardia di finanza e soccorritori svizzeri, con l'ausilio anche di elicotteri militari. Il ritirarsi dei ghiacciai ha portato a valle il corpo individuato nella giornata di martedì da un escursionista locale.
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