L'alpinista Gaetano Di Blasio: «Vidi un bambino morire durante il parto: realizzerò un piccolo ospedale in Nepal»

Lo speleologo ha raccolto 35 mila euro: la struttura avrà sei posti letto, un ambulatorio, una sala d'aspetto e una farmacia

L'alpinista Gaetano Di Blasio: «Vidi un bambino morire di parto: realizzerò un piccolo ospedale in Nepal»
di Maurizio Di Biagio
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Venerdì 8 Dicembre 2023, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 14:22

 Sarà l’alpinista teramano Gaetano Di Blasio a farsi promotore per la realizzazione di un piccolo ospedale in Nepal, in un parco ai piedi del monte Manaslu di 8.163 metri di altezza, conosciuto anche come Kutang, a 64 chilometri in linea d’aria dall’Annapurna. Nel tetto del mondo porterà con sé 35 mila euro che sta raccogliendo dai vari benefattori per una struttura da sei posti letto, un ambulatorio, una sala d’aspetto ed una farmacia. La decisione è nata da una sua intensa esperienza in loco: «Assistetti a una donna che nel partorire perse il suo piccolo oppure ho ancora in mente quel ragazzino che per una semplice epistassi, stava per rischiare la vita: i genitori del piccolo, un volta soccorso, per sdebitarsi ci portarono un sacchetto di riso, per loro di vitale importanza». 


LA SPEDIZIONE
Da allora l’alpinista e speleologo teramano di 67 anni, ben 15 spedizioni nell’Himalaya, scalando due volte gli ottomila senza l’ausilio della bombola d’ossigeno (una volta anche la terribile vetta dell’Ama Dablam), si è ripromesso di aiutare quella popolazione. «Del resto, il paese è estremamente povero, non occorrono grandi somme o investimenti visto il costo del lavoro molto esiguo e le materie prime non hanno prezzi elevati. Confido sul buon cuore dei miei concittadini ma di tutti gli Abruzzesi». Gaetano Di Blasio partirà per l’autunno del 2024 e per quella data spera di aver raccolto tutta la somma che gli serve per i suoi progetti di solidarietà.


LE ESIGENZE
L’ospedale potrà apparire davvero mini ma per «le loro esigenze va più che bene, può essere sufficiente, perché in quella valle non c’è proprio niente». In aggiunta, nella virtuosa catena di solidarietà che si sta iniziando a generare, alcuni farmaci giungeranno dall’azienda sanitaria di di Teramo: «Oltretutto le spedizioni che passeranno da quelle parti, visto che la vetta degli ottomila metri del Monte Manaslu è molto ambita, potranno lasciare i farmaci non utilizzati durante l’ascesa».


I FARMACI
Entrano in scena anche i medici di urgenza emiliani che si recheranno in Nepal un mese all’anno per dare un aiuto sulle loro conoscenze farmacologiche. Oltre a loro si interesseranno del piccolo ospedale i sanitari di Medici senza frontiere ed anche «qualche mio amico medico pensionato che vorrà fare beneficenza e che vorrà mettersi in gioco per formare un’ottima squadra» fa presente Di Blasio che crede in questo grande progetto.
Ma il buon cuore dell’alpinista benefattore, che a soli 5 anni si fece Prati di Tivo-Madonnina, non finisce qui: spesso nelle sue sortite è solito portare dei soldi ad una quarantina di bambini orfani e bisognosi di un istituto che vive appunto di questi fondi: «L’anno scorso abbiamo raccolto tremila euro che sono sufficienti per sfamarli tutti addirittura per un anno. Pian pianino hanno pure reso decorose le loro stanze». Sostentamento ma anche e soprattutto dignità il fine delle opera si vicinanza dell’alpinista teramano
«Le montagne uniscono», chiude Gaetano Di Blasio che si dice «ancora pronto a scalare» sebbene ora la sfida dell’ospedale lo assorba molto più di una vetta da ottomila metri. Perché al un cuore grande non si riesce mai a mettere il freno, solo la montagna per Di Blasio ha quel qualcosa di immenso paragonabile al sorriso di chi riceve del bene. 

 

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