Gran Sasso, alpinista romano 51enne precipita per venti metri: ferito

L’uomo in cordata insieme a un collega, la caduta avvenuta alla base della parete, forse ha ceduto un ancoraggio. L'esperto: "Pur non trattandosi di una via difficile da percorrere, sicuramente è stato fortunato a salvarsi"

Gran Sasso, alpinista rimano 51enne precipita per circa venti metri: ferito
di Teodora Poeta
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Domenica 3 Settembre 2023, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 08:27

A pochissime ore dal recupero della salma dell’escursionista aquilano che venerdì ha perso la vita sul Gran Sasso, ieri pomeriggio un altro escursionista ha rischiato di morire mentre si trovava in cordata con un compagno sul Corno Piccolo nel versante teramano. Un incidente in montagna, l’ennesimo di questa estate, che fortunatamente non ha avuto l’epilogo dei precedenti. E’ successo mentre i due stavano iniziando a salire la via Bachetti – Fanesi che si trova sulla parete nord del Corno Piccolo, un’arrampicata non particolarmente lunga né difficoltosa per chi è esperto.


A chiamare il 118 che è intervenuto in quota con i tecnici soccorritori del Cnsas d’Abruzzo è stato proprio il compagno di cordata. A quanto pare è possibile che i due abbiano sbagliato itinerario ed essersi ritrovati sul secondo tiro della via Bachetti – Fanesi. E’ stato proprio in quel preciso punto che il primo della cordata, C.D.I., 51enne romano, è volato giù per circa 15–20 metri, molto probabilmente dopo aver perso un appiglio. I soccorritori sono riusciti a recuperarlo, mentre era cosciente, alla base della parete e subito lo hanno trasportato in elicottero all’ospedale dell’Aquila dov’è stato ricoverato in osservazione a causa dei politraumi riportati, ma le sue condizioni non sono gravi e non rischia la vita. Chi è esperto di montagna conferma che, «pur non trattandosi di una via difficile da percorrere, sicuramente è stato fortunato a salvarsi». Il punto dove è avvenuto il “distacco” «è un tiro chiave – spiegano ancora – dopodiché diventa più facile».

Ma da quanto è emerso i due compagni probabilmente, ieri, non sarebbero dovuti passare di lì e ci si potrebbero essere ritrovati per sbaglio. Ecco, quindi, come a volte un errore anche forse solo di orientamento in montagna può diventare cruciale e cambiare il corso delle cose.

I PRECEDENTI

Ma se stavolta è andata bene, purtroppo il Gran Sasso racconta tragedie che continuano a consumarsi. L’ultima è quella di Berardino Romano, il docente alla facoltà di ingegneria dell’ateneo aquilano. Meno di un mese fa, a perdere la vita sotto gli occhi del compagno di cordata, è stato, invece, l’ingegnere romano Davide Destriere, esperto alpinista, che si trovava sulla difficoltosa via Mirka, proprio di fronte al rifugio Franchetti da dove hanno dato l’allarme. E l’elenco è lungo. Con nomi che chi frequenta la montagna conosceva e soprattutto stimava. Tutti appassionati delle vette che ogni volta che arrampicano, come loro dicono, mettono in conto il pericolo e l’imprevisto che si tenta di prevenire con le misure di sicurezza. Anche ieri, infatti, l’uso del caschetto e della giusta attrezzatura che indossava ha sicuramente aiutato il 51enne romano quando è precipitato e si è salvato. Lo confermano i soccorritori. «Quando si parla di montagna non esiste un periodo buono o non buono per andarci, ma ci sono le condizioni giuste o meno» ha più volte spiegato Gino Perini del Soccorso alpino.
 

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