Terremoto un anno dopo: «Il 90% delle casette entro la fine dell'anno», ma è guerra di cifre

Terremoto un anno dopo: «Il 90% delle casette entro la fine dell'anno», ma è guerra di cifre
di Italo Carmignani
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Mercoledì 23 Agosto 2017, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 07:48


ROMA L'anarchia del terremoto riesce a piegare anche la matematica dei numeri. E se il governatore del Lazio Zingaretti presenta un opuscolo in cui le cifre sono nero su bianco e annunciano la politica del fare, dall'altra parte c'è chi ribalta quei conti e a un anno dalla madre di tutte le scosse parla di ritardi e opportunità mancate. La prima addizione, però, è del premier Gentiloni: «Non è facile intervenire per una così vasta area in cui il sisma ha colpito con 140 comuni coinvolti e quattro regioni interessate». Centoquaranta comuni è un numero incredibilmente alto in cui intervenire, perché significa 140 sindaci, consigli comunali e soprattutto almeno 200 punti di vista se si contano le opposizioni. Mica facile mettere tutti d'accordo.

TONNELLATE DI MACERIE
Due giorni fa, i governatori di Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo hanno dato un quadro che premia le loro iniziative: 100mila tonnellate di macerie rimosse nel Lazio, casette per il 90 per cento delle famiglie entro l'anno nelle Marche, tutte entro novembre in Umbria. Il governatore abruzzese Luciano D'Alfonso si sbilancia e facendo un paragone con il terremoto dell'Aquila dice: «La macchina non è mai stata così veloce». Ma la matematica è insidiosa e le cifre viaggiano secondo di chi le elenca. Si scopre quindi che neanche mille casette sono state consegnate rispetto alle richieste di oltre 3800 e che l'80 per cento delle macerie nelle città con la zona rossa non sono state toccate.

Per i detriti i ritardi sono dovuti alle competenze: se è più facile rimuovere quelli degli edifici pubblici è molto più complicato per quelli delle case private. In molte cittadine come Castelluccio di Norcia, Visso, Pescara del Tronto e Arquata, tanto per fare un brevissimo elenco, tutto è ancora fermo all'anno zero. Tutto fermo perché prima di rimuovere le macerie vanno ancora demolite le abitazioni parzialmente distrutte dalle scosse. Tra le proteste e le lamentele di chi lo scorso anno in pochi secondi ha perso tutto. Nel balletto dei dati, le cifre delle opposizioni, in particolare Forza Italia, viaggiano su altri binari: i numeri parlano di 2.660.000 tonnellate di macerie di cui solo il 10 per cento portato via dopo un anno. Con Marche, Umbria e Abruzzo che hanno stilato una convenzione con l'esercito per la rimozione di detriti. Quanto alle verifiche di agibilità, secondo i partiti di minoranza, ancora non sono state terminate: sono 3.244 gli edifici pubblici non agibili, di cui tante scuole con più di un dubbio sulla loro sicurezza. E Forza Italia snocciola ancora: sono state ordinate 3.700 casette e consegnate 750, nelle Marche solo 42. Per l'assistenza alloggiativa 6.762 cittadini ospitati, con 1057 persone ancora nei container. «E tutto questo è la stoccata finale - c'è costato per ora 200 milioni di euro».

LA PROMESSA
La battaglia e il dibattito sui numeri sono appena cominciati. Ma su alcune cifre, per esempio sui detriti, è pronta la risposta della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini: «Per la rimozione delle macerie di parte pubblica, ossia di edifici pubblici o che insistono su aree pubbliche, siamo al 65 per cento in totale nelle quattro regioni. Ciascuna Regione ha scelto le sue priorità». Con lo stesso spartito, Zingaretti ricorda una promessa fatta dopo le prime scosse: «Tornerete qui, negli stessi luoghi delle frazioni distrutte». E ora aggiunge: «La scelta più difficile, ma la più corretta. Ha significato costruire in montagna 33 villaggi su 50 totali, territori tutti da urbanizzare. Una sfida molto difficile, perché 33 villaggi urbanizzati ha voluto dire 33 gare, spesso lavori in montagna e sotto la neve - ha proseguito -. È un obiettivo difficilissimo ma che credo fosse giusto onorare fino in fondo. E ce l'abbiamo fatta: sono già 511 le casette consegnate, che diventeranno 614 per fine mese su una domanda complessiva di circa 700 soluzioni abitative». Poi aprire i negozi prosegue Zingaretti - sono già 50 quelli consegnati, diventeranno 90, ma sono lì, dove le persone vivevano». Ma la guerra delle cifre è solo cominciata e ognuno tira la coperta dei numeri dalla propria parte. Dimenticando che la matematica è una scienza esatta.

 

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