Gli oggetti più presenti tra la sabbia sono pezzi di plastica e polistirolo (il 22% del totale), destinati con il tempo a frammentarsi in milioni di microparticelle che finiscono nella pancia dei pesci e, da lì, sulle nostre tavole. Il 13% dei rifiuti sono i cotton fioc gettati nei wc e passati indenni dai depuratori. I volontari hanno raccolto 4.412 bastoncini colorati, più dei 2.642 mozziconi di sigaretta (7,9%). Seguono tappi di plastica e metallo, bottiglie e reti da pesca. A livello geografico la situazione più critica è sulla spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino (Roma), in prossimità della foce del Tevere, dove si accumulano i detriti provenienti dal fiume. Qui Legambiente ha trovato oltre 5.500 rifiuti in 100 metri, di cui due su tre imputabili alla cattiva depurazione (3.716 i cotton fioc raccolti). Maglia nera anche per la spiaggia di Olivella a Santa Flavia (Palermo), con 1.252 rifiuti in 100 metri di litorale.
Quello che si vede, a riva e in mare, è solo la punta dell'iceberg: «Il 70% dei rifiuti che entra a contatto con l'ecosistema marino affonda, e solo il 15% resta in superficie», spiega la presidente di Legambiente, Rossella Muroni, che sottolinea l'urgenza di «mettere in programma azioni per la progressiva riduzione dei rifiuti in mare e nella fascia costiera, come previsto dalla direttiva Ue Marine Strategy, che in Italia non sono ancora state messe in campo».
L'emergenza è ambientale ma anche economica. Pulire tutte le spiagge dell'Unione europea costa infatti 411,75 milioni di euro all'anno. Questo weekend, tuttavia, la pulizia sarà gratuita grazie all'iniziativa «Spiagge e fondali puliti» promossa dall'associazione ambientalista, che da Ravenna a Ragusa, da Cagliari a Ostia vedrà i cittadini in azione, rastrelli alla mano, lungo le coste della Penisola.
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