L'indagine si è svolta anche in base ad informazioni ottenute dall' FBI tramite l'Ambasciata Usa. Grazie a loro è stata individuata una casella di posta elettronica che faceva capo al giovane genovese, utilizzatore di un account che aveva chiamato «cucciol ». Nella sua abitazione è stato sequestrato un ingente quantitativo di supporti informatici nonchè due account e-mail ed un profilo social utilizzati per le attività illecite.
Uno degli indagati nella vasta operazione anti pedopornografia portata a segno dalla polizia postale, oltre a scambiare materiale pedopornografico, utilizzava falsi profili social, riuscendo ad ottenere immagini intime di minori convinti di aver instaurato una chat erotica con ragazze coetanee. È stato disposto il sequestro di un'ingente numero di computer, smartphone e dispositivi digitali di memorizzazione, mentre le indagini continuano, nell'intento di risalire ad ulteriori responsabili, anche fuori dei confini nazionali.
Con l'occasione, la Polizia postale rinnova l'appello a non lasciare soli i minori online.
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