FBI, mandato di arresto per una docente russa: è accusata di cospirazione con l'intelligence di Mosca

Natalia Burlinova, 39 anni, docente universitaria in visita da Mosca e fondatrice di un centro studi sulla diplomazia, avrebbe cospirato con i servizi segreti russi per "influenzare le opinioni dei futuri leader negli Stati Uniti".

Usa, l'FBI emette un mandato di arresto per una docente russa: è accusata di cospirazione e spionaggio
di Lorenzo Bonuomo
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Giovedì 27 Aprile 2023, 18:03 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 21:01

Natalia Burlinova, 39 anni, è una docente russa dell'Università Statale di Mosca recatasi spesso negli Stati Uniti per organizzare incontri sulla diplomazia e le relazioni internazionali. È accusata dall'FBI di cospirazione e spionaggio ai danni degli Usa, per via dei suoi presunti contatti con l'intelligence di Putin. Lo scorso 17 aprile, il servizio di sicurezza interna di Washington ha emesso un mandato d'arresto nei suoi confronti.

Nel 2017 la docente - al momento rientrata a Mosca - ha creato il centro di studi diplomatici "Picreadi", acronimo di "Public Initiative Creative Diplomacy": un think thank che organizza perdiodicamente tavole rotonde e dibattici, coinvolgendo accademici, giornalisti e ricercatori.

Tra le iniziative principali di Picreadi c'è il progetto "Meeting Russia", il cui scopo dichiarato è «facilitare un dialogo produttivo tra la nuova generazione di leader e richiamare l'attenzione sui punti critici nelle relazioni della Russia con gli Stati Uniti e l'Unione Europea». 

Secondo l'agente speciale dell'FBI Aaron P. Sketekee, che ha aperto l'indagine, Burlinova avrebbe inviato ai servizi di intelligence russa (FSB) foto, curriculum e dati anagrafici riguardanti i cittadini statunitensi (in primis studenti, analisti e ricercatori universitari) che avrebbero partecipato ad alcuni meeting organizzati da Picreadi negli atenei americani. Tra questi, si citano importanti istituzioni accademiche come la George Washington University, l'Università di Harvard e il Massachusetts Institute of Technology (MIT).

Scopo di questa presunta attività di spionaggio sarebbe quello di individuare dei potenziali pensatori politici filorussi, in grado di «influenzare le opinioni dei futuri leader negli Stati Uniti», come si legge nella denuncia presentata da Sketekee. Questo dunque l'argomento su cui poggiano le accuse di spionaggio, cospirazione e "influenza maligna" contro gli interessi nazionali statunitensi, sfociata poi nel mandato di cattura nei confronti della docente.

«Il caso di Burlinova richiama ciò che stava accadendo prima delle elezioni di Trump nel 2016, quando i russi cercavano di entrare negli account Twitter, Facebook e altri social media per cercare di attirare gli americani dalla loro parte», ha riferito in proposito Steven Hall, ex capo stazione della CIA. 

C'è poi un altro elemento, che ha fatto suonare le sirene dei federali: Picreadi sul proprio sito si definisce come "organizzazione non governativa", ma allo stesso tempo ammette di ricevere finanziamenti da Mosca. Questo perché il "Fondo presidenziale" del Cremlino, stando a quanto riporta l'associazione, «è ad oggi l'unica possibile fonte di finanziamento per la maggior parte delle Ong del Paese».

Cosa dicono i partecipanti ai meeting russi

Radio Free Europe ha intervistato dozzine di americani che hanno preso parte agli incontri organizzati da Burlinova. Alcuni di loro hanno affermato di non essere affatto sorpresi dalle accuse dell'FBI. Altri hanno detto di essere rimasti delusi dal fatto di essere stati ingannati, avendo pensato che gli incontri fossero semplicemente discussioni accademichesenza secondi fini.

«Non ci sono state discussioni su finanziamenti segreti o altri scopi nefasti», ha detto una persona (rimasta anonima) che ha preso parte ai "Meeting Russia" per molti anni.

«Era ovvio per me che i meeting puntavano influenzare i nostri pensieri sulla Russia, ma non pensavo fosse particolarmente brava in questo», ha detto invece Caleb Larson, un giornalista che si è recato a Mosca nel 2018 per partecipare in uno degli eventi di Meeting Russia.

La difesa di Burlinova: «Io vittima di russofobia» 

Intervistata in videocall tramite Zoom dal Globe and Mail, Burlinova ha respinto con forza le accuse dei federali statunitensi. Ha detto di essere scoppiata a piangere quando ha visto la sua immagine riprodotta sull'avviso recante la scritta "wanted" negli Stati Uniti. 

«É molto difficile vivere in questa atmosfera 'spiofoba' o 'russofoba'ha dichiarato la docente russa scappata di corsa da New York - Ho bisogno di prendermi cura dei miei bambini piccoli ogni giorno. Non posso lasciarli e rischiare di tornare negli Stati Uniti».

Il precedente

Burlinova non è l'unica esponente di Ong finita nel mirino dell'FBI. In passato, uno dei casi più noti di presunto spionaggio pro-Russia negli Stati Uniti è stato quello di Maria Butina, un'attivista per i diritti delle armi che avrebbe cercato di infiltrarsi nei circoli politici del Partito Repubblicano per riferire informazioni al Cremlino. 

Butina ha sempre negato le accuse fino al 2018, quando si è dichiarata colpevole di essere un "agente straniero non registrato", raggiungendo una sorta di compromesso con gli inquirenti. È stata espulsa dagli Stati Uniti nel 2019, dopo aver scontato una nove mesi di carcere. 

Ed è stata proprio la spia russa, pochi giorni fa, a offrire la sua solidarietà a Burlinova: lo scorso 21 aprile, infatti, la docente ha condiviso su Telegram una sua foto al fianco di Butina, ringraziandola per l'interesse mostrato nei suoi confronti. 

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