Agente FBI si finge combattente dell'Isis per incastrare un potenziale terrorista: arrestato 18enne con deficit mentali

Le prove a carico del ragazzo sono state raccolte da un agente federale che, sotto mentite spoglie, fingeva di essere affiliato allo Stato Islamico. Ma per il padre del ragazzo si tratta di accanimento verso un soggetto fragile.

Usa, agente dell'FBI si finge combattente dell'Isis per incastrare un potenziale terrorista: arrestato un 18enne con deficit mentale
di Lorenzo Bonuomo
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Venerdì 16 Giugno 2023, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 12:45

L'FBI ha arrestato un ragazzo di 18 anni con l'accusa di aver prima tentato di finanziare la lotta armata dell'Isis, donando alcune carte regalo da rivendere sul dark web, e poi di averne nascosto le prove. Il provvedimento è stato autorizzato dal Dipartimento di Giustizia del Massachusetts, che ha esaminato alcune chat online tra l'adolescente e un agente dell'FBI sotto mentite spoglie: quest'ultimo si fingeva jihadista sui social per incastrare potenziali affiliati dello Stato Islamico. 

Il 18enne finito in manette risponde al nome di Mateo Ventura, uno studente residente con la famiglia a Wakefield, nel Massachusetts. È stato posto sotto custodia cautelare dalle autorità, senza possibilità di rilascio su cauzione. Lo scorso 14 giugno il tribunale di Worcester ha rinviato alla prossima settimana l'"udienza di detenzione" del giovane, durante la quale il giudice deciderà se confermare la cauzione fino al processo o rilasciare l'indagato. 

Le indagini

Ventura e l'agente sotto copertura hanno iniziato a inviarsi messaggi online nel 2021. All'epoca lo studente aveva solo 16 anni. Come mostrano le trascrizioni delle coversazioni, riportate nell'atto processuale, l'adolescente ha manifestato al suo interlocutore il desiderio di partire alla volta dell'Egitto per unirsi alla Jihad, giurando fedeltà al ad Abu Ibrahim Al-Hashimi Al-Qurashi, all'epoca leader dello Stato Islamico. 

Poi è emersa anche la questione delle carte regalo, che l'adolescente aveva ottenuto in concessione da una serie di store online: Google Play, Amazon, Steam e Playstation Network. Ventura avrebbe voluto destinarli all'Isis "per la guerra ai kuffar" (miscredenti). In totale, si presume che tra il 2021 e il 2023 Ventura abbia donato al finto jihadista buoni regalo - da rivendere sul dark web - per un valore complessivo di 1670 dollari statunitensi (circa 1500 euro). 

Verso la fine delle indagini il 18enne avrebbe poi tentato di imbastire una sorta di doppio gioco, cercando di vendere informazioni al National Threat Operations Center dell'FBI, in cambio di immunità legale e «10 milioni di dollari in contanti». 

La protesta del padre: «Mio figlio ha bisogno di aiuto»

Il padre dell'arrestato, Paul Ventura, è sul piede di guerra per quanto accaduto al figlio.

Sostiene che Mateo non abbia alcuna reale intenzione di unirsi all'Isis e che le autorità statunitensi si stiano accanendo su un soggetto fragile, commettendo di fatto un errore. 

Alla testata The Intercept, il genitore ha riferito che il figlio soffre da sempre di problemi di sviluppo cerebrale, essendo nato prematuramente. I conseguenti deficit cognitivi, dimostrati da alcuni test, avrebbero reso il figlio un bersaglio dei bulli a scuola: «Gli altri bambini gli toglievano il cibo dal piatto lo facevano inciampare nel corridoio, lo umiliavano, lo deridevano», ha detto il padre del giovane sospettato. 

A causa delle persecuzioni subite - stando sempre al racconto del genitore - il ragazzo era stato anche costretto a lasciare la Wakefield Memorial High School, durante l'ultimo anno, per trasferirsi in un altro istituto. «Volevamo sapere come le scuole pubbliche di Wakefield gestiscono le denunce di bullismo. Ma la nostra domanda è rimasta senza risposta», ha dichiarato ai media locali, commentando l'arresto del figlio.

Mateo Ventura ora rischia fino a 10 anni di carcere, in caso di condanna per aver fornito supporto materiale a un gruppo terroristico. Il padre resta convinto della sua innocenza: «Se mio figlio ha fatto qualcosa di compromettente, non era sua reale intenzione - ha detto - Ne sono sicuro». 

Le critiche sui metodi dell'FBI

La stessa tecnica utilizzata per l'arresto del giovane Mateo Ventura è stata spesso criticata da esperti di sicurezza nazionale statunitensi e Ong per i diritti umani. Secondo un rapporto del 2014 di Human Rights Watch, spesso gli agenti federali indurrebbero soggetti vulnerabili a dire frasi o commettere reati. Tutte azioni che, senza un "imput esterno", non compierebbero. Così facendo, l'FBI finirebbe per creare dei (falsi) casi di terrorismo dal nulla. Incriminando ingiustamente dei normali civili statunitensi. 

Un'inchiesta del 2022 di The Intercept aveva dimostrato come l'impiego di agenti federali sotto copertura sia stata una costante negli Usa, per oltre due decenni, dall'11 settembre in poi. Un punto di partenza di molte indagini, sfociate poi in accuse per terrorismo, che spesso si rivelavano infondate.

«Gli agenti sotto copertura non si limitano a raccogliere informazioni su potenziali crimini ma suggeriscono ai soggetti indagati attivamente idee per compiere crimini», ha confermato Naz Ahmad, direttore ad interim del progetto "Creazione di responsabilità e responsabilità delle forze dell'ordine" (Clear), presso la City University of New York School of Law.

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