Donna decapitata a Milano, l'assassino: «Due giorni di droga e alcol, poi la lite»

Donna decapitata a Milano, l'assassino: «Due giorni di droga e alcol, poi la lite»
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Lunedì 15 Giugno 2015, 22:17 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 14:21

Due giorni trascorsi tra alcol e cocaina, culminati in una lite delirante e in un'improvvisa esplosione di violenza.

Sarebbe questo lo scenario dell'omicidio di Antonietta Gisonna, accoltellata e decapitata nella notte tra sabato e domenica scorsa nel suo appartamento alla periferia di Milano, in via Amedeo. Una ricostruzione che emerge dai racconti confusi del transessuale di 20 anni, Carlos Julio Torres Velesaca, arrestato dai carabinieri con l'accusa di aver ucciso la donna, oggi interrogato per circa due ore dal pm di Milano Elio Ramondini nel carcere di San Vittore.

«Abbiamo trascorso due giorni a bere e ad assumere cocaina, poi abbiamo litigato mentre parlavamo di morti e di cadaveri e l'ho colpita», ha spiegato il giovane, originario dell'Ecuador ma residente da anni in Italia.

Il giovane, difeso dall'avvocato Luca Garlisi, avrebbe raccontato agli inquirenti di aver agito «in preda a un delirio» e di non ricordare alcune fasi dell'aggressione. Vuoti di memoria forse dovuti allo stato di choc e all'assunzione di droga prima del litigio, che verrà accertata dai test tossicologici disposti dal pm. Non avrebbe fornito, quindi, una spiegazione chiara sui motivi per cui si è accanito sulla donna di 52 anni colpendola con una decina di coltellate per poi decapitarla, gettando la testa nel cortile.

Una scena raccapricciante alla quale ha assistito un vicino di casa, affacciato alla finestra, che ha chiamato i carabinieri. Diverse persone residenti nel condominio, inoltre, hanno sentito urla e richieste di aiuto provenienti dalle stanze dove si stava consumando il massacro. Sullo sfondo dell'omicidio ci sarebbe quindi l'abuso di sostanze stupefacenti, nell'appartamento dove il transessuale viveva da alcuni giorni, ospite della vittima. La casa, secondo chi ha effettuato i sopralluoghi, è «piccola ma dignitosa», non in condizioni di particolare degrado. Quando è scoppiata la lite, i due si trovavano da soli nell'appartamento dove il passaggio di persone, forse legato ad attività di spaccio e prostituzione, era frequente.

Durante la discussione Antonietta Gisonna e Julio Velesaca, quindi, avrebbero parlato di morti e cadaveri. Poi è esplosa la violenza. I carabinieri hanno trovato nell'appartamento anche il cagnolino della donna, mentre il giovane si era rifugiato in una stanza, sotto choc, lontano dal cadavere in una pozza di sangue. Nella casa sono stati rinvenuti anche alcuni coltelli da cucina sporchi di sangue. Il transessuale stamani è stato dimesso dall'ospedale dove era ricoverato a causa di alcune ferite alle mani, riportate probabilmente mentre accoltellava la vittima, e trasferito nel carcere di San Vittore. Si sarebbe ripreso dallo choc, ma è tenuto ancora sotto osservazione dai medici. Domani mattina comparirà davanti al gip di Milano Anna Magelli, per l'udienza di convalida dell'arresto.

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