LE INTERCETTAZIONI
È il 13 maggio 2015 quando il lobbista Nicola Colicchi, dopo avere “corteggiato” a lungo Tiscar invitandolo a cena, lo contatta «chiedendogli di intercedere nei confronti di Antonio Samaritani, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale (Agid), per una questione interna ad Unioncamere che avrebbe potuto creare problemi ad Ivan Lo Bello, candidato alla presidenza nazionale». Subito dopo parte un sms per Lo Bello: «Agid ok». Il giorno successivo è proprio Lo Bello a chiamare Colicchi e ad essere informato che Palazzo Chigi ha già parlato con Samaritani ed è tutto a posto.
Il 22 giugno, Colicchi telefona all'ammiraglio Enrico Vignola per informarlo che dieci minuti prima Lo Bello è stato nominato presidente di Unioncamere. Vignola rispondeva che lo avrebbe riferito al capo di Stato maggiore Giuseppe De Giorgi, poi chiedeva se Lo Bello si sarebbe dovuto trasferire a Roma e Colicchi spiegava che non era necessario e che sarebbe rimasto vicepresidente di Confindustria: «È 'na cosa buona, perché insomma, hai capito?».
Annota la squadra mobile guidata da Raffaele Pagano: «È il caso di ricordare come Ivan Lo Bello rappresentasse per Colicchi e il Capo di Stato Maggiore De Giorgi l'aggancio utile per avvicinare il ministro Graziano Delrio. Comprensibile è dunque l'interessamento del Colicchi affinché Raffaele Tiscar intercedesse su Samaritani in favore di Lo Bello».
L'APPALTO A BUON FINE
Sono gli stessi giorni in cui Gianluca Gemelli, compagno del ministro Guidi, Colicchi e De Giorgi “lavorano” per garantire a Cozzo la proroga dell'incarico al porto di Augusta. Incontri, appuntamenti, telefonate e contatti per raggiungere Delrio, che dovrà decidere, sono incessanti. L'operazione, che dovrebbe garantire proprio a Gemelli un appalto, va in porto grazie a Lo Bello. Il 20 giugno, alle 20,58 al telefono con Colicchi, il vice presidente di Confindustria ricorda al lobbista «di essersi presentato da Delrio per perorare la riconferma di Cozzo a capo dell'Autorità Portuale». Sono gli stessi indagati a riferire quanto sia stato incisivo l'intervento di Lo Bello.
«È andato il nostro amico Ivan - dice Colicchi a De Giorgi - che a quel punto senza dir nulla gli ha detto: ”state facendo una stupidaggine, non va bene”, lui ha chiamato il capo della struttura, ha chiamato il vice capo di gabinetto e gli ha detto strappate quello che avete fatto, preparate in questi termini... e la mattina successiva è uscita, quindi ieri mattina è uscito il provvedimento di proroga per sei mesi».
LA POLTRONA DI MONTANTE
Nel 2014, all'epoca delle intercettazioni Antonello Montante è ancora presidente di Confindustria Sicilia e delegato nazionale per la legalità di Confindustria, non è ancora stato travolto dall'inchiesta per concorso in associazione mafiosa. Ed è proprio Montante, insieme a Lo Bello, a proporre a Gemelli una poltrona nel consiglio di amministrazione della Ias, l'industria dell'acqua siracusana. «No, niente, ti volevo proporre, ma questo ormai l'ho levato, di entrare nel consiglio di amministrazione di Ias, ma tu non mi hai risposto e quindi…», dice Lo Bello a Gemelli. Poco prima un sms di Montante gli aveva annunciato la telefonata.
La nomina avverrà con «grande soddisfazione anche di Federica Guidi», come lo stesso Gemelli riferisce. Annota la polizia: «E non è cosa di poco conto, se solo si considera l'interesse del Montante a far intervenire il ministro per lo Sviluppo Economico a proposito della riforma delle Camere di Commercio (essendo lo stesso, peraltro, presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta), avvalendosi ovviamente del rapporto allacciato col Gemelli».
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