SEGNALAZIONI DALL’ESTERO
Il lavoro di intelligence era cominciato già da alcune settimane. Gli uomini della Digos da giorni lavoravano sulle tifoserie, per capire se ci fossero piani preordinati e quali fossero i pericoli specifici per la partita di ieri. Ma sono arrivate anche le segnalazioni dall’estero. Dalle polizie straniere di Bulgaria, Polonia e Inghilterra erano arrivate all’Osservatorio per le manifestazioni sportive indicazioni sull’arrivo a Roma di ultras, noti alle forze dell’ordine. Tutti sostenitori della Lazio. Tanto che, nella notte tra domenica e lunedì, gli agenti della Digos si sono presentati per controllare un gruppo del Wisla Cracovia, sbarcato nella capitale per ufficializzare in occasione del derby il nuovo gemellaggio con i biancocelesti. Gli stessi tifosi che ieri, sono stati ospitati in curva nord e che, nei pressi di Ponte Milvio, ostentavano saluti romani.
LE BONIFICHE
I controlli degli artificieri e delle unità cinofile sono iniziati ieri domenica. Ma le bonifiche, intorno allo stadio controllando aiuole, cassonetti dell’immondizia, tombini e persino il greto del Tevere, e tutti i luoghi dove potessero essere nascosti oggetti pericolosi, sono andate avanti anche durante la partita. In un solo caso hanno dato esito positivo, in largo Maresciallo Diaz e via di Lariano, nascosti tra le siepi, sono stati trovati una catena, un estintore, un coltello da cucina due roncole, un crick e un trolley con all’interno numerosi barattoli di alluminio.
LA ZONA ROSSA
Un’enorme zona rossa chiusa al traffico e la tangenziale trasformata in parcheggio. Questo era stato previsto dalle 15 ieri quando, per i 48mila spettatori previsti, si sono aperti i cancelli dello stadio. Un unico obiettivo: tenere separate le tifoserie. Che sono confluite da due lati. Il perimetro era inviolabile. Ponti separati per romanisti e laziali. Nel punto di convergenza dei sostenitori delle due squadre, dietro a un corsone di uomini di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza erano stati collocati gli idranti. Il momento di massima tensione era previsto sul lungotevere Maresciallo Diaz. Era quasi scontato che le tifoserie tentassero di forzare i cordoni, come è accaduto, i romanisti prima dell’incontro, i laziali alla fine della partita. Ma, alla fine, l’impiego di idranti e lacrimogeni è stato minimo.
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