Sospensione dal servizio per un periodo che varia tra gli otto e i dodici mesi: non risparmia nessuno il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, che ieri, dopo trentatré giorni di estenuante attesa, ha sciolto la riserva sulle misure interdittive richieste dal procuratore della Repubblica, Stefano Iafolla, a carico di dieci dei diciannove poliziotti della stradale di Pratola Peligna indagati nell'inchiesta dei "furbetti del sonnellino". Tutti accusati a vario titolo, e insieme ad altri nove colleghi (sui quali però non c'è stata nessuna richiesta cautelare), di truffa ai danni dello Stato, falso, peculato, omissione di soccorso, omissione di atti d'ufficio e furto.
In sostanza gli indagati sono accusati di aver usato l'auto di servizio per svolgere attività private e di essersi sottratti al loro dovere, imboscandosi per dormire in auto, entrando in ritardo e uscendo in anticipo dal servizio, rifiutandosi di prestare assistenza ai loro colleghi in occasione di incidenti stradali. Oltre settecento capi d'imputazione frutto di un'attività d'indagine durata tre anni e portata avanti dal 2019 al 2022 dagli stessi colleghi della stradale di Pratola, con appostamenti, intercettazioni ambientali, verifiche con Gps.
Un mese fa sei di loro avevano deciso di spiegare gli episodi di infedeltà che erano stati contestati e la lunga riflessione del giudice per la decisione, aveva fatto sperare i legali degli indagati nella possibilità di distinguere con nettezza responsabilità e fatti.