Vannacci, il generale diventa Capo del comando delle forze terrestri. Lui: «Incarico prestigioso». L'Esercito: «Non è una promozione»

Il generale a capo delle forze terrestri. Crosetto: quanto gli compete per grado

Roberto Vannacci, il generale del "Mondo al contrario" diventa Capo di stato maggiore del comando delle forze operative terrestri dell'Esercito
di Mario Ajello
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Domenica 3 Dicembre 2023, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 08:50

 «Non è una promozione», come sostiene il ministero della Difesa. Ma la nomina a capo di stato maggiore del comando delle forze terrestri che ieri è stata conferita al generale Roberto Vannacci, pur non prevedendo poteri autonomi e non conferendo grandi responsabilità operative, fa festeggiare così l’autore de «Il mondo al contrario», il best seller che ha infiammato la scorsa estate politica: «Sto venendo a Roma, da Viareggio, la mia città, ad assumere da subito l’alto incarico». 

Il ministro Crosetto frena gli entusiasmi e anche le polemiche che subito da sinistra si sono scatenate per la nomina: «Vannacci non è stato né promosso né retrocesso.

Gli è stato affidato un ruolo che gli compete per grado, esperienza e diritto». Si tratta di un incarico di staff, senza visibilità e proiezione esterna. E ancora il ministro: «Il comando delle forze terresti ha un suo comandante, il generale Camporeale e un vice, il generale Ristuccia. Da loro dipenderà Vannacci». Anzitutto, insomma, da Salvatore Camporeale, un carrista ex comandante dell’accademia militare di Modena che è stato anche consigliere al Quirinale del presidente Ciampi e poi di Giorgio Napolitano. 

Il generale Vannacci mercoledì presenta il suo libro ad Anagni, è polemica

E comunque, dopo l’uscita del suo libro “politicamente scorretto” (accusato di sessimo e di altro) in estate, e le polemiche e le prese di distanza del ministro Crosetto e la rimozione dall’incarico che aveva al comando dell’Istituto geografico militare, riecco i riflettori su Vannacci. Lui non chiama il passaggio di ruolo una riabilitazione perché, sostiene, non c’è’ nulla da cui debba essere riabilitato essendo ed essendo sempre stato, come dice agli amici, «un fedele servitore della Repubblica». Ma si sente in ogni caso promosso. Anche se l’incarico è di natura burocratica e non ha uno status decisionale. 

«È un ruolo prestigiosissimo», insiste lui, «ed è adeguato alla mia esperienza. Il mio è un comando che si occupa della validazione delle unità che devono partire con ruoli operativi all’estero, della loro preparazione, del loro addestramento». E ancora: «Non ho mai avuto dubbi sul fatto di non aver commesso mancanze disciplinari o violato codici militari. Anche il ministro Crosetto, dopo il nostro incontro, si era espresso chiaramente dicendo che avrei avuto un nuovo incarico». E insomma, la gioia del generale. «Chi fa polemica ha già mostrato di dire verità non vere», incalza Vannacci: «Io, come ho sempre sostenuto, continuo a fare il soldato, chi ha millantato una mia discesa in politica lo ha detto erroneamente, almeno per il momento». Si era detto che Salvini lo avrebbe voluto candidare nella Lega alle elezioni europee, e proprio Salvini ieri è stato il primo politico a complimentarsi con Vannacci («Leale e coraggioso servitore dell’Italia») per la promozione-non promozione.

Palazzo Chigi si fida delle decisioni della Difesa (che è molto irritata per il nuovo polverone che si è alzato, nel quale l’opposizione grida che «è stato salvato il generale Vannacci») e non ha nulla da ridire sulla nuova nomina. La sinistra la considera più o meno assurda - o «scandalosa», «sconcertante», vergognosa», questi gli epiteti che piovono dal fronte che in questo caso unisce Italia Viva e Pd, Più Europa e i rosso-verdi - ma non può che prenderne atto. L’incarico non è di secondo piano, e tuttavia non è neanche di primo piano. L’inchiesta formale su Vannacci, come ci tiene a dire Crosetto, va avanti, per le uscite della scorsa estate, e fonti ministeriali fanno notare ancora: «Sarà comandante solo dei capi ufficio. Senza alcuna relazione di comando sulle forze operative terrestri. La carica suona come altisonante ma è per lo più formale». 

IL PROCEDIMENTO

Su Vannacci è tuttora in corso un procedimento disciplinare della Difesa relativo ai contenuti di «Il mondo al contrario». Quando il libro è uscito lo scorso agosto, era stata aperta un’inchiesta sommaria per acquisire i primi elementi di valutazione sul caso. Si è chiusa ad ottobre. Successivamente, come accade per gli eventi più gravi, secondo quanto prevede il Codice dell’ordinamento militare, è stata aperta un’inchiesta formale più approfondita - con la nomina di un’apposita commissione - per verificare eventuali addebiti disciplinari al generale. 

La commissione - che deve concludere il suo incarico entro 150 giorni - valuta gli atti prodotti dall’inchiesta sommaria, esegue accertamenti, acquisisce documenti e trasmette il rapporto finale all’autorità che ha ordinato l’inchiesta ed una scheda informativa dettagliata al ministro della Difesa. A seguito degli esiti dell’inchiesta formale potrebbero essere adottati provvedimenti disciplinari nei confronti di Vannacci, nel caso emergessero comportamenti non rispettosi delle regole. Lui è convinto che questo non accadrà, e anche a livello politico - sia nella maggioranza sia nell’opposizione - sono in pochissimi a scommettere che il generale verrà sanzionato. Intanto è stato promosso, o forse anche no.

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