Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della difesa Lorenzo Guerini, ha deliberato il conferimento
dell'incarico di Segretario generale del Ministero e di Direttore nazionale degli armamenti al generale di Corpo d'armata dell'Esercito Luciano Antonio Portolano. Prende il posto di Nicolò Falsaperna giunto a fine incarico, e il cambio della guardia avverrà il 6 ottobre. Portolano lascia la guida del Covi, comando operativo di vertice interforze. A lui spetterà il compito di occuparsi dello sviluppo e rilancio dei programmi militari industriali, un settore strategico per la Difesa che avrà ora un generale “a quattro stelle” con grande esperienza internazionale, a cominciare dall'Afghanistan.
Agrigentino, 61 anni, Portolano ama correre nella vita e nel lavoro. La mattina entra in ufficio alle 7,30, non prima di aver fatto jogging. Da trent’anni è in prima linea nei teatri di guerra, ai vertici delle missioni all'estero. Bersagliere, nell'Alleanza Atlantica è conosciuto con il nome in codice Spartacus. Ha importanti rapporti internazionali, i principali oltreoceano. Ha rischiato la vita diverse volte durante le missioni e nelle settimane di crisi recente dell'Afghanistan, ha dormito non più di tre ore a notte. Ma è riuscito a ottenere un corridoio in aeroporto per fare uscire dal gate Usa i nostri connazionali e il maggior numero possibile di afghani in lista. Bilancio finale: «5011 persone, di cui 4890 afgani dei quali 2145 uomini, 1345 donne, 1400 bambini», ha spiegato in Parlamento.
Con la nomina si apre una stagione di cambi al vertice delle forze armate, con una serie di incarichi ormai prossimi alla scadenza, in primis quello di capo di Stato Maggiore della Difesa. Il fatto che un generale dell'Esercito come Portolano sia stato indicato al potente ruolo di Segretario della Difesa lascia pensare che per il nome di nuovo capo di Stato maggiore della Difesa si rispetterà l'alternanza tra le diverse forze armate con il turno che spetta alla Marina militare, dopo il generale dell'Aeronautica Enzo Vecciarelli, che finisce il suo mandato ai primi di novembre.
Serve dunque un provvedimento ad hoc per superare il vincolo di legge e questa potrebbe essere una soluzione praticabile che il Governo starebbe considerando. Nel caso, il posto di Cavo Dragone al vertice della Marina potrebbe essere preso da altri due ammiragli, come l'attuale comandante di Squadra navale, Enrico Credendino e dal vicedirettore dell'Aise Carlo Massagli. Prima del capo di Stato Maggiore della Difesa ci sono però altre due caselle che vanno occupate: una è quella di comandante del Comando operativo di vertice interforze, finora guidato dal generale Portolano; all'organismo - che pianifica e coordina tutte le operazioni militari - è stata da poco assegnata la “quarta stella” equiparandolo sostanzialmente agli Stati maggiori delle varie forze armate. C'è poi il capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, generale Alberto Rosso, in scadenza a ottobre. Per la sua successione si fanno i nomi del comandante di Squadra aerea, generale Gianni Candotti e del generale Luca Goretti, attuale sottocapo di Stato maggiore della Forza Azzurra.