Plant sitter, Enrico Rossi: «A 29 anni curo le piante degli altri per 15 euro l'ora. I miei clienti appassionati ma inesperti»

L'agronomo di Bologna: «Il mio giardino una nursery botanica. E ai clienti insegno trucchi green»

Plant sitter, Enrico Rossi: «A 29 anni curo le piante degli altri per 15 euro l'ora. I miei clienti appassionati ma inesperti»
di Federica Zaniboni
3 Minuti di Lettura
Lunedì 31 Luglio 2023, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 11:11

«Ho iniziato nella primavera del 2021 quasi per gioco, ero abbastanza scettico. Poi ho capito che poteva diventare un vero lavoro». Enrico Rossi, agronomo di 29 anni, ha una terrazza con centinaia di piante. Ma quasi nessuna è sua. Plant-sitter di professione con sede a Bologna in via Serlio, sogna di espandersi sempre di più e di avviare una start-up.

Enrico, sta lavorando tanto in questo periodo?
«Moltissimo.

Le settimane tra la fine di luglio e l'inizio di settembre sono quelle più dense. L'anno scorso avevo 400 piante, quest'estate anche di più. Per le ferie natalizie, invece, di solito sono meno».

Quanto costa affidarle uno o più vegetali?
«A domicilio chiedo 15 euro l'ora, solitamente nei casi in cui le piante sono troppo grandi o troppo numerose. Per la pensione invece sono in media 30 centesimi per pianta al giorno, ma può variare in base alla specie, alla dimensione del vaso e alla tipologia di coltivazione».

Queste tariffe le garantiscono uno stipendio mensile?
«Quando ho iniziato a fare il plant-sitter, ho scoperto che i clienti avevano tanta passione e che al tempo stesso, però, non avevano conoscenza ed esperienza. Così ho iniziato a offrire anche un servizio di consulenza, sia a domicilio che online. Essendo un agronomo posso farlo. Poi ho creato un format di corsi di giardinaggio, sia generici che più specifici, con un aperitivo a casa mia. Alla gente insegno le basi per continuare al meglio in autonomia».

Quali sono gli aspetti sui quali gli amanti delle piante hanno più lacune?
«In assoluto il terriccio. Quasi nessuno lo prende mai in considerazione, ma è la base di partenza: se c'è un terriccio sbagliato è come se la pianta avesse un handicap che non perderà mai. Oltre a questo, poi, c'è tanto timore di utilizzare il fertilizzante. È importante come per noi lo è mangiare. Nell'acqua sono presenti un po' di elementi nutritivi, ma sono veramente pochi.

Come nasce il suo amore per questo mondo?
«Sono sempre stato appassionato, fin da bambino quando davo una mano a mio zio nell'orto in collina. Crescendo, mi sono interessato molto anche alle piante d'acquario e a quelle esotiche. Poi sono diventato agronomo».

È stato difficile iniziare come plant-sitter?
«Mi sono fatto conoscere grazie a Instagram. C'è tanta gente che tiene alle piante, anche molti giovani. Al momento lavoro solo nella mia zona perché sto facendo anche un dottorato di ricerca, ma ho in progetto una start-up per portare ovunque il plant-sitting».

© RIPRODUZIONE RISERVATA