La Procura sequestra il centro commerciale di via del Lido: cinque gli indagati

Sabato i sigilli dei carabinieri forestali, contestati i tre diversi permessi, per gli inquirenti è un'unica struttura

La Procura sequestra il centro commerciale di via del Lido: cinque gli indagati
di Fabrizio Scarfò
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Domenica 14 Gennaio 2024, 17:42

Il blitz è scattato ieri mattina. I carabinieri forestali hanno sequestrato il nuovo centro commerciale di via del Lido, nei pressi dello svincolo con la Pontina. Il complesso è stato realizzato alle spalle dell'Hotel Garden ed è da tempo sotto inchiesta prima per via della destinazione alberghiera del lotto e poi, dopo che la Regione l'aveva dichiarata decaduta, finito nel mirino del sostituto procuratore Miliano e dei carabinieri forestali del Nipaaf per alcune presunte irregolarità di tipo urbanistico e commerciale.

Oltre ai sigilli, cinque persone sono state iscritte sul registo degli indagati. Oltre agli amministratori della Grren Building e delle altre società proprietarie dell'area c'è anche un dirigente del Comune. Sono indagati a vario titolo per i reati di lottizzazione abusiva e lavori privi di autorizzazione paesaggistica. I militari del Nucleo Investigativo di polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale del Gruppo carabinieri forestale del capoluogo pontino hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P del tribunale di Latina Pierpaolo Bortone, il quale ha accolto la richiesta formulata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano.
Il sequestro ha interessato il centro commerciale delle dimensioni di oltre 5.000 metri quadrati tra via del Lido e via Ferrazza, su un'area di 17 mila metri quadrati nel quartiere Q3, oltre a tutta l'area circostante adibita a viabilità e parcheggi. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dal Nipaaf, l'Ufficio Suap del Comune di Latina avrebbe rilasciato per la realizzazione del centro commerciale, dove al suo interno sono presenti tre distinte attività di note marche commerciali, tre diversi titoli edificatori, malgrado si trattasse di un progetto unitario, le cui dimensioni afferiscono ad una "grande struttura di vendita" e la cui competenza, sotto l'aspetto autorizzativo, non era in capo all'Ente di piazza del Popolo, bensì alla Regione Lazio.
Di conseguenza, secondo la Procura, l'amministrazione comunale avrebbe consentito, con il rilascio dei titoli edificatori, lo "spacchettamento" del centro commerciale in tre medie strutture di vendita autonome, al fine di sottrarre il controllo e la competenza alla Regione Lazio a cui è demandata l'autorizzazione per l'apertura delle grandi strutture di vendita, come appunto quella di via del Lido.
Gli accertamenti compiuti fin qui hanno portato i militari dell'Arma a sostenere che, per la realizzazione del centro commerciale, sarebbero state incluse illegittimamente sia aree classificate a verde pubblico le quali non rientravano nel perimetro della "variante Q3", quest'ultima approvata sempre dal Comune di Latina e che permetteva la realizzazione di destinazioni commerciali sia aree dove risultava presente un vincolo di inedificabilità assoluta derivante dalla fascia di rispetto della Pontina.
Inoltre, in relazione ai passi carrabili, sarebbe stata riscontrata l'assenza dei preventivi nulla osta rilasciati dall'Anas, l'ente gestore della strada pubblica (ovvero la complanare via Ferrazza). Infine, tra le criticità risulterebbe anche l'eliminazione completa di una notevole superficie boscata che preesisteva nell'area prima dei lavori e che avrebbe necessitato, per la modifica dei luoghi, di una preventiva autorizzazione sotto il profilo paesaggistico. Una serie di presunte irregolarità che hanno portato la procura ad indagare un totale di cinque persone tra amministratori delle società proprietarie dell'area, tecnici professionisti e anche uno comunale, tutti accusati dei reati di lottizzazione abusiva e lavori privi di autorizzazione paesaggistica.
Già prima del sequestro preventivo di ieri, in realtà, la prima attività che aveva aperto i battenti, ovvero il supermercato, era stato costretto ad abbassare le serrande appena 24 ore dopo l'inaugurazione, a seguito dell'ordinanza del Comune di Latina dello scorso 30 novembre che disponeva la cessazione immediata dell'attività in media struttura di vendita perché privo di titoli autorizzativi all'apertura (nello specifico quelli relativi ai tre passi carrabili concessi in via provvisoria durante la fase di cantiere). Un mese e mezzo di impasse durato fino a 24 ore fa, quando è stato scritto l'ennesimo capitolo della vicenda.
 

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