La strada è la stessa. Così come è la stessa la dinamica. Anche l'orario, nel cuore della notte, collima quasi. Un copione che si ripete a Sabaudia. L'ennesimo rogo che spezza il buio della città e che risveglia gli interrogativi e i timori. L'allarme è scattato attorno alle 4 di ieri mattina, in via Lestra di Capogrosso, nel centro di Sabaudia. Ad andare in fiamme un camioncino che era parcheggiato lungo la strada. Sul posto sono intervenuti una squadra di vigili del fuoco di Latina e i carabinieri della stazione di Sabaudia. L'intervento si è concluso attorno alle 5,45. Il mezzo è stato distrutto dalle fiamme. Sull'accaduto indagano i militari dell'Arma. Di per sé la notizia è preoccupante per via dell'elevato numero di incendi che hanno interessato la città pontina negli ultimi anni. Ma quel che è più inquietante è che il mezzo apparteneva ad un membro di una di quelle due famiglie che avevano già subìto un rogo di auto lo scorso settembre. A distanza di appena due mesi un incendio appiccato davanti alle abitazioni delle stesse famiglie ai danni di un camioncino la cui proprietà e riconducibile alle medesime persone già interessate da un episodio analogo si fatica a considerarlo una pura casualità. Anche lo scorso settembre la pista del rogo accidentale, del corto circuito o dell'autocombustione non è stata nemmeno presa in considerazione dai carabinieri. Il 17 settembre ad andare in fiamme, in via Lestra di Capogrosso, attorno alle 3,20 del mattino, erano state sei auto di proprietà di diverse persone che fanno parte di due famiglie di commercianti di Sabaudia, fra loro collegate da legami di parentela, che gestiscono un banco di alimentari al mercato e commerciano materiale per l'agricoltura e il giardinaggio. Le vetture vennero bruciate in due luoghi differenti: tre erano parcheggiate lungo la strada mentre le restanti si trovavano nel cortile antistante l'abitazione.
Ebe Pierini
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