Vent’anni in carcere da innocente e con un’accusa terribile: avere ucciso i suoi quattro figli. Ora la Corte di Appello penale del Nuovo Galles del sud, in Australia, ha annullato le accuse contro Kathleen Folbigg, 56 anni, condannata per la morte dei suoi figli avvenuta nell’arco di dieci anni.
Gli scienziati
Kathleen è stata prima dipinta come un’assassina e adesso riabilitata come vittima di uno dei casi più clamorosi di errore giudiziario.
Sequenza genetica
Come riportato dalla Bbc, secondo la professoressa Carola Vinuesa che ha guidato il team di ricerca dell’Australian national university, una sequenza genetica insolita era immediatamente evidente nel Dna della donna, prima ancora che i campioni dei bambini fossero testati. La difficoltà nell’individuarla sta nel fatto che si tratta di una mutazione rarissima, ci sarebbero solo 134 casi in tutto il mondo. Lo scorso giugno è arrivata la grazia, a seguito di una revisione del processo che ha valorizzato evidenze scientifiche. Esiste «un ragionevole dubbio sulla colpevolezza della signora Folbigg, che giustifica l’annullamento di ciascuna delle condanne e la assolve», si legge nella sintesi della sentenza emessa dalla Corte d’Appello penale dello Stato del Nuovo Galles del sud. Kathleen Folbigg è stata condannata nel 2003 a quarant’anni di carcere, ridotti a trenta nel 2005, per la morte dei suoi figli (Caleb, Patrick, Sarah e Laura) tra il 1989 e il 1999, quando avevano tra 19 giorni e 18 mesi. I primi tre decessi vennero inizialmente attribuiti alla sindrome della morte improvvisa infantile (Sids), la cosiddetta morte in culla. Con i suoi 18 mesi, Laura era invece la figlia più longeva e la polizia ha iniziato a indagare dopo che un patologo forense ha definito la causa della sua morte come «indeterminata». Dopo aver concluso che «ci sono ragionevoli dubbi sulla colpevolezza di Folbigg», l’ex giudice Tom Bathurst ha chiesto, in un rapporto inviato il mese scorso alla Corte, di prendere in considerazione l’assoluzione o quantomeno di celebrare un nuovo processo. Giovedì scorso la svolta definitiva. Dopo avere esaminato il rapporto, i giudici hanno concordato con Bathurst che le annotazioni del diario di Kathleen Folbigg, utilizzate per incriminarla, «non erano ammissioni di colpevolezza attendibili». La donna scriveva del senso di colpa che la perseguitava, ma ha sempre sostenuto la sua innocenza.