Hamas, l'orrore dei bambini rapiti. «Uccidetene il più possibile», i terroristi li cercavano con le mappe delle scuole

I documenti choc trovati dai soccorritori israeliani nelle tasche dei terroristi uccisi. Nelle carte le istruzioni e le coordinate per gli omicidi e i rapimenti nei villaggi

«Uccidetene il più possibile», i terroristi cercavano i bimbi con le mappe delle scuole
di Raffaele Genah
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Sabato 14 Ottobre 2023, 22:55 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 09:02

Un foglio spiegazzato con la scritta “top secret” in arabo nella tasca di un terrorista ucciso dai soldati israeliani. I piani dell’attacco di sabato scorso resi pubblici da fonti americane, raccontano l’orrore nella sua scientifica mostruosità. I bambini, quei bambini che in un video irritante e provocatorio vengono “docilmente” accuditi dai jihadisti, erano fin da subito le loro prede più ambite. Bambini sconvolti, in lacrime, terrorizzati, molti di loro strappati dalle braccia dei genitori che, in qualche caso, hanno visto morire la madre o il padre sotto i loro occhi. 


Il commando di Hamas

I “pizzini” recuperati restituiscono un quadro impressionante e dettagliato con le istruzioni specifiche per ogni singolo terrorista impegnato: «Uccidere quante più persone possibile, sequestrare ostaggi, trasferirli rapidamente nella Striscia». Questo l’obiettivo comune, poi ad ogni squadra era assegnato con meticolosità estrema il proprio specifico obiettivo di morte. Il commando che doveva dirigersi verso Kfar Sa’ad conosceva perfettamente mappe, orari, consuetudini del luogo. Le due unità impegnate avevano compiti ben definiti: la prima doveva dirigersi verso la scuola di Da’at e tenerla sotto il controllo delle armi, mentre la seconda doveva raccogliere gli ostaggi. «Cercate nel centro giovani del Bene’ akiva (organizzazione giovanile ebraica ndr) e nella vecchia scuola elementare di Da’at», dicono a scanso di equivoci i capi dell’organizzazione jihadista. 

 

 


I dettagli

I bambini scelti come obiettivi: nella follia sanguinaria dei terroristi, rappresentano i futuri combattenti di domani e sono ostaggi estremamente preziosi, soprattutto da un punto di vista emotivo e per esercitare le pressioni più insopportabili. Ma quella stessa propaganda che produce quei filmati che vanno molto oltre la provocazione e vorrebbero dimostrare l’impossibile umanità dei macellai, si nutre anche di dichiarazioni ufficiali che i documenti, oltre che la ragione, smentiscono. Come quelle assolutamente irricevibili di uno dei capi di Hamas, Salah al Arouri, intervistato dalla rete televisiva “al-Jazeera” secondo cui la sua organizzazione avrebbe preso di mira solo i militari, mentre i civili sarebbero stati catturati da altri civili che hanno attraversato in quelle stesse ore i confini. Quello che esce da queste carte che gli esperti israeliani stanno ora - tardivamente - esaminando dimostrano l’incredibile preparazione di ciascun obiettivo. Hamas aveva raccolto sistematicamente informazioni su ogni kibbutz al confine di Gaza, elaborando piani di attacco specifici per ogni villaggio.


Le carte

Le mappe dei terroristi mostrano cerchi blu intorno a Kfar Sa’ad e ad altri tre kibbutz che confinano con la Striscia: Kfar Aza, Nahal Oz e Alumim. Ma in quella che riguarda Kfar Sa’ad sono indicati anche i nomi dei due comandanti preposti, Hamza ed Abdel Rahman, ai cui ordini si dovevano muovere due squadre composte ciascuno da 4 motociclisti. Niente viene lasciato al caso, nemmeno le indicazioni alle moto sulle distanze che devono mantenere dalla jeep che funge da capocolonna: non più di 50 metri, mentre ogni convoglio non deve superare i 125 metri di lunghezza. E poi i dettagli su tutti i kibbutz di confine con le indicazioni su dove fossero le sale da pranzo, il supermercato, perfino lo studio dentistico, e i luoghi di ritrovo dei civili dove tenere gli ostaggi. E i piani specifici sempre con i bambini e le donne come obiettivi. In questo repertorio di orrori e propaganda non mancano le indicazioni per mettere fuori uso torri di comunicazioni e di osservazione creando punti ciechi mentre i bulldozer sfondavano le recinzioni.
 

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