Macerata, teatro Rebis e cinema Italia
candele accese in piazza

Manifestazione in piazza
di Maria Silvia Marozzi
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Domenica 11 Gennaio 2015, 16:29 - Ultimo aggiornamento: 17:51
MACERATA - Un centinaio di cittadini si sono riuniti ieri pomeriggio in piazza della Libertà per sostenere le attività del cine teatro Italia e del teatro Rebis. Due storie che si intrecciano e si muovono insieme verso uno sperato lieto fine. L’Italia ha dovuto infatti interrompere la proiezione di film per mancanza di finanziamenti che non arrivano da nessuna parte, mentre il Rebis si è visto “soffiare” la sede da un bando pubblico che ha assegnato la sede all’associazione sportiva Helvia Recina.



La reazione è stata immediata e dalle riflessioni amare espresse sul web, ci si è decisi ad agire in concreto. Matteo Antonini, ideatore e grande conoscitore della storia delle sale cinematografiche di Macerata, che un tempo ne poteva contare ben ventidue, ha detto: “Quella che viene da queste due strutture è una cultura d’essai e pertanto di un livello superiore a quella massificata e va salvata. E’ bello vedere che siamo in tanti a pensarla così. Chiediamo misure a sostegno di queste attività perché è un fatto grave che stia per chiudere l’ultima sala rimasta in città”.



Dalla piazza si è poi partiti per una fiaccolata, passando per punti del centro in cui restano vivi i segni della precedente gloria delle sale cinema: un viaggio nella storia della città accompagnato dalla luce delle candele, a simboleggiare che non si piangono solo le persone, ma si può anche piangere e salutare la cultura. “So che il costo del’orologio che verrà installato sulla torre è di circa 750mila euro. Il contributo che chiedono le associazioni Nuovo cinema e Teatro Rebis sarebbe di molto inferiore” ha concluso Antonini.



Hanno detto la loro anche i rappresentanti delle due attività abbattute dalla crisi e da criteri che molti trovano discutibili. Su tutti il caso della sede del teatro assegnata tramite bando ad un’associazione sportiva. Mary Bracalente del Rebis non usa mezzi termini: “Siamo di fronte a un paradosso legittimato: la questione è complessa e pericolosa per la cultura e noi condurremo le nostre ragioni sia sul piano culturale che legale”.



Ma se il teatro si dovrà trovare una nuova sede per proseguire l’attività, il cineteatro Italia ha di fronte un futuro ancora più incerto. Maurizio Rinardelli che lo gestisce dice: “Cercheremo di tirare avanti fino a giugno con la programmazione ma per quanto riguarda i film ci si è già fermati. Sono però commosso da questa vicinanza, questa vicenda drammatica ha tirato fuori il meglio dalla gente”.