Macerata, dopo la visita di Tea Leoni, la prof Saretto: «Ora restauriamo il mausoleo Pantaleoni»

La prof Saretto (a destra) con Tea e Anthonty leoni e Tim Daly
di Alessandra Bruno
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Venerdì 15 Maggio 2015, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 16:17
MACERATA - E' riuscita a portare Téa Leoni a Macerata, ora la prof pensa al tesoro Pantaleoni: «Restauriamo il Mausoleo, è un peccato vederlo ridotto così». Per realizzare il sogno della docente Gabriella Saretto Parrino manca un piccolo grande tassello: difendere il tempietto di villa Pantaleoni, custodito nel parco della bellissima struttura in zona Vergini, dall'usura del tempo e dall'incuria.



Una battaglia cominciata 5 anni fa e lanciata proprio da Il Messaggero: «Il giornale ha fatto una vera e propria campagna di sensibilizzazione pubblicando ben dieci articoli - racconta la prof - e pensare che basterebbe così poco. L'intervento di restauro costerebbe spiccioli rispetto al ParkSì o alle piscine di Fontescodella. Il sindaco Romano Carancini si è impegnato per trovare una soluzione, staremo a vedere. Ricevere Tèa è stato un regalo per me stessa e per la città».



La diva di Hollywood Elizabeth Tèa Pantaleoni è già ripartita. La sua visita a Macerata, su invito dell'insegnante, sui luoghi appartenuti alla famiglia Pantaleoni, è stata un’emozione. Il suo bisnonno era Guido Pantaleoni, poi emigrato negli Usa, tra i fondatori della Westinghouse Electric Company, uno dei colossi dell'industria energetica. Purtroppo il luogo dove sono sepolti cinque componenti dell' illustre famiglia, tra cui ilmedico e senatore Diomede e suo figlio Maffeo, noto economista, versa in condizioni di abbandono.



La star di "Deep Impact", il compagno e collega Tim Daly, i genitori Anthony ed Emily, il fratello Tom e la cognata Alessandra hanno visto il tempietto transennato. Il mausoleo attualmente è di proprietà di Flavio Tomassini Barbarossa (nipote di Maffeo Pantaleoni), ma dovrebbe passare in eredità ai cugini, tra cui Elisabetta Pantaleoni, che ha già annunciato l'intenzione di donarlo al Comune.



«Sarebbe bello poter invitare Tèa e i suoi familiari quando i lavori saranno compiuti. E ancor di più averla come madrina glamour nella prossima stagione dello Sferisterio», auspica la prof. Poi prosegue: «Il mio compito non si è esaurito, voglio scoprire sempre più curiosità. Ho svolto ricerche, reperito documenti e da diversi anni sono in contatto con la fondazione "Guido & Helenka Pantaleoni", il ramo americano della famiglia. Finalmente, dopo scambi di e-mail e contatti sono riuscita ad ospitare Tèa in città: è stata un' emozione fortissima».



La prof nel 1976 ha acquistato uno dei tre piani della villa. Il legame con la "casa" e la sua storia è cresciuto nel tempo: «Nel dopoguerra era il ritrovo delle passeggiate maceratesi, ci venivamo a giocare - ricorda la prof - la chiamavamo la Casa dei Fantasmi e quando ero piccola dovevo chiamarmi Isabella come la moglie di Diomede. Era destino»