Pesaro, morì di setticemia dopo l'intervento: medici indagati

Il tribunale di Pesaro
di Elisabetta Rossi
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Venerdì 13 Maggio 2016, 16:01 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 18:13
PESARO - Si opera a un prolasso vaginale e dopo 12 giorni muore per setticemia. La vittima si chiamava Maria Pia Pivetti, aveva 75 anni. E per il suo decesso sono stati indagati dalla Procura di Pesaro (pm Valeria Cigliola), 7 medici dell'ospedale di Pesaro. Si tratta dei 6 ginecologi Giuseppe Ciacci e Marica Marinelli (difesi dall'avvocato Paolo Biancofiore), Stefano Maraviglia (difeso da Roberto Brunelli), Franco Mercantini (avvocato Claudia Falabella), Eleonora Parlavecchio (avvocato Giovanni Orciani), e due urologi, Roberto Morcellini (assistito dall'avvocato Francesco Coli) . Per loro, l'ipotesi di reato è omicidio colposo. È fine maggio del 2014 quando la Pivetti si ricovera per sottoporsi all'intervento chirurgico. Tutto fila liscio. Almeno sembra. Perché il 2 giugno la donna muore. L'autopsia rivelerà che nel corso dell'operazione, durante la sutura è stata chiusa anche un uretere. La cucitura del condotto provoca un ristagno di urina in un rene. Ristagno che crea un'infezione. La setticemia non viene subito individuata. I sintomi vengono scambiati per quelli di un'embolia massiva polmonare. I parenti della donna (assistiti dai legali Paolo Ronconi e Denis Marini) presentano un esposto in Procura. Ieri mattina si è svolta una prima fase dell'incidente probatorio in cui i periti sono stati chiamati a individuare le varie responsabilità e il nesso di causalità tra il decesso e le condotte dei sanitari. A detta delle difese, la donna aveva già un quadro clinico deficitario al momento del suo ingresso in ospedale che non le avrebbe permesso di superare l'infezione. Prossima udienza, 15 settembre.
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