Per i risparmiatori si profila un doppio binario: ristoro automatico, ma con paletti legati a reddito e investimento, per i bond acquistati prima dell'agosto 2013 (quando scattarono le regole Ue sul burden sharing) e il passaggio dall'arbitrato per tutti gli altri. In questo modo, viene spiegato, sarebbero rispettare le regole dettate dall'Europa, con cui l'accordo di massima è stato raggiunto ormai già da qualche settimana, visto che prima di quella data non si prevedeva la condivisione del rischio da parte degli investitori in caso di crisi bancarie.
Allo stesso tempo, si ottiene anche il risultato, fortemente voluto dal premier Matteo Renzi, di allargare parecchio la platea, visto che il rimborso automatico scatterebbe per almeno i due terzi dei bond. Tra 2005 e 2012 sono stati emessi da Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti 228 milioni di obbligazioni sulle 330 azzerate. Automatico però non sarà necessariamente sinonimo di integrale: sull'entità del rimborso, infatti, peseranno alcuni criteri, ancora in via di limatura, legati sia al reddito dell'investitore sia al valore dell'investimento, ferma restando una particolare attenzione ai risparmiatori più deboli, che hanno comprato obbligazioni subordinate in percentuali consistenti rispetto ai loro capitali. Distinzioni che non serviranno a chi ha acquistato titoli subordinati da agosto 2013 in poi. In quel caso, infatti, tutti dovranno comunque rivolgersi all'arbitro, anche per i piccoli investitori. Il fondo ad hoc, istituito con la legge di Stabilità, sarà di conseguenza aumentato almeno a 250-280 milioni, anche se resta ancora l'obiettivo di spingerlo fino a 300 milioni, finanziati dagli istituti di credito.
e al vaglio del Senato.
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