Fano, parroco guida la protesta contro le opere collegate all'A14

Fano, parroco guida la protesta contro le opere collegate all'A14
di Osvaldo Scatassi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Maggio 2016, 17:59
FANO (Pesaro e Urbino) Una morsa di asfalto e di traffico minaccia gli abitanti di via Tombaccia. «Il nome ci condanna», scherzava ieri don Marco Polverari, uno dei residenti, che però non ha alcuna intenzione di attendere impassibile l’epilogo della vicenda legata alle opere compensative della terza corsia A14. «Diverso tempo fa ho presentato ricorso al Tar contro le previsioni urbanistiche, adesso chiederò la sospensiva degli espropri», ha detto lo stesso don Marco. Il tempo sta stringendo (gli incontri per l’accordo economico con Società Autostrade sono già stati fissati fra una decina di giorni) e i residenti confidano nell’intervento del sindaco Massimo Seri, che hanno incontrato alcuni giorni fa nel Municipio di Fano. «Fermarsi per evitare un errore – ha proseguito don Marco – è sempre cosa buona. Le opere compensative sarebbero state da completare nel 2015, siamo a metà del 2016 ed è appena iniziata la procedura degli espropri, non cascherebbe il mondo se si prendesse altro tempo per trovare la soluzione che non tolga qualità della vita all’intero quartiere. Per anni ho cercato di far cambiare idea alla giunta precedente, rimasta però del tutto sorda. Mi ha ridato speranza il confronto con il sindaco Seri, dichiaratosi disponibile a una verifica». Nessun commento da parte del primo cittadino, mentre l’assessore Cristian Fanesi è stato piuttosto sintetico: «Le opere compensative sono ormai a uno stadio molto avanzato, difficile qualsiasi tipo di modifica in corsa». Oltre alla famiglia Polverari, don Marco e suo padre, gli espropri riguardano nove famiglie, mentre gli imminenti lavori interessano in modo diretto altri tre nuclei residenti al termine di via Tombaccia. Lì, a ridosso del ponte sulla provinciale Orcianense, sarà realizzata una grande rotatoria. È l’innesto conclusivo della complanare progettata dagli uffici tecnici comunali per il traffico che altrimenti attraverserebbe la città. Si tratta di alcune ricuciture dalla provinciale per Carignano alla Orcianense: 7 chilometri di nuove strade, una quindicina di rotatorie e il nuovo ponte sul fiume Metauro, parallelo all’A14. In due parole: opere compensative. Spesa totale di circa 60 milioni, compresi i 10 milioni di espropri ed esclusi i 20 milioni del casello previsto a Fenile, ora in forte dubbio dopo il parere negativo di due diversi ministeri. Si prevede che i lavori alla complanare possano iniziare fra poco più di un mese e adesso un piccolo Eden di casette basse immerse nel verde, a pochi chilometri dal centro della città, avverte sul collo le polveri del nuovo cantiere, i fumi del traffico e dell’asfalto caldo. «Fuori discussione – ha concluso don Marco – che la viabilità fanese abbia bisogno di un altro ponte sul fiume Metauro, ma qual è l’utilità di arrivare fino all’abitato di Tombaccia? Il traffico non ne avrebbe alcun beneficio, allora sarebbe meglio fermare prima la complanare e innestarla all’Orcianense più in basso, verso il mare. Tra l’altro, si risparmierebbero risorse economiche, perché la rotatoria sulla strada provinciale comporterà di abbattere e ricostruire la parte iniziale del ponte realizzato solo tre anni fa. A proposito di sprechi, sarebbe interessante censire quante altre volte la complanare richiederà di abbattere e ricostruire opere appena fatte dal cantiere della terza corsia. Tutta questa sconnessione è stata provocata dai ritardi progettuali della precedente Amministrazione». Oltre che il tempo, un altro elemento potrebbe giocare a sfavore della soluzione alternativa caldeggiata dagli abitanti in via Tombaccia: l’interesse ambientale dell’asta fluviale. Per don Marco, però, «i cristiani sono più importanti dei pesci».
© RIPRODUZIONE RISERVATA